Non fu lui a provocare lo schianto
ma «correva» troppo: condannato

Non era stato lui a causare l'incidente costato la vita a una donna, ma il suo furgone viaggiava sopra il limite di velocità. E per questo motivo il giovane è stato considerato corresponsabile dello schianto e condannato per il concorso nell'omicidio colposo.

Non era stato lui a causare l'incidente costato la vita a una donna, ma il suo furgone viaggiava sopra il limite di velocità. E per questo motivo il giovane è stato considerato corresponsabile dello schianto e condannato per il concorso nell'omicidio colposo.

R. B., 27 anni, di Caravaggio, assistito dall'avvocato Cristina Gavazzi, martedì ha patteggiato un anno e due mesi con la condizionale (patente sospesa per 6 mesi). Pena superiore a quella patteggiata dal marito della vittima - 10 mesi e 20 giorni con la condizionale e patente sospesa per 4 mesi - che con la sua manovra aveva originato l'incidente.

Lo schianto era accaduto il 2 settembre 2010 a Fornovo San Giovanni, sulla provinciale 591 per Bariano. Angelo De Stefani, 65 anni, di Fornovo, era uscito dall'area di servizio Agip, svoltando a sinistra per immettersi sulla carreggiata. Era al volante della sua Ford Fiesta e accanto a sé aveva la moglie, Angela Rozzoni, 61 anni. L'uomo non s'era accorto che stava sopraggiungendo il furgone Iveco condotto da R. B., il quale non era riuscito a evitare l'impatto. Che era stato violento: l'utilitaria era stata scaraventata a 36 metri e s'era scontrata con una Opel Meriva che stava sopraggiungendo sull'altra corsia. Il furgone era invece finito in un fosso: nessuna ferita per il conducente.

Angelo De Stefani se l'era cavata con contusioni; la moglie Angela era morta più tardi all'ospedale di Treviglio.

Escluse da subito responsabilità per il conducente della Meriva, restava da capire la posizione di R. B., inquadrata al momento della consulenza tecnica d'ufficio, secondo cui il suo furgone viaggiava oltre i 70 chilometri orari, il limite di velocità sul tratto di provinciale. È l'elemento che ha portato alla condanna: se R. B. avesse rispettato i limiti, la sua posizione sarebbe stata archiviata.

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