La «tangentopoli» bergamasca
Ecco i segreti svelati dalla cimice

«Dove li hai messi? Gli metti dentro gli altri venti?». La cimice dei carabinieri è piazzata sull'Audi Q7 di Pierluca Locatelli, che insieme alla moglie Orietta Rocca sta andando al casello di Capriate, dove ha appuntamento con Giuseppe Rotondaro dell'Arpa.

«Dove li hai messi? Gli metti dentro gli altri venti?». La cimice dei carabinieri è piazzata sull'Audi Q7 di Pierluca Locatelli, che insieme alla moglie Orietta Rocca sta andando al casello di Capriate San Gervasio, dove ha appuntamento con Giuseppe Rotondaro dell'Arpa. Con sé – secondo le risultanze investigative – ha una valigetta con 100 mila euro. «Cosa vuoi? Non c'è nemmeno la Finanza, spesso è facile trovarla fuori dai caselli», dice Pierluca alla consorte, in ansia per un possibile controllo. È uno dei tanti dialoghi ritenuti rilevanti e riportati nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dei dieci arrestati.

La consegna al ristorante - È il 26 settembre 2011. I carabinieri hanno piazzato un microfono nel suv dell'imprenditore di Grumello che – secondo le accuse – sta andando a Capriate. I soldi, ricostruiscono i militari, sono destinati in realtà a Franco Nicoli Cristiani: «Big bubble», li definisce la moglie di Locatelli. Così – spiegano gli inquirenti – si definiscono le mazzette di banconote da 500 euro, in gergo. Rotondaro arriva e i tre si parlano: «Spero di averli contati bene – dice la moglie di Locatelli – e di non aver fatto una figura». Rotondaro: «Io non la apro neanche, non ci deve essere neanche un'impronta. Il pony, io faccio».

Per gli inquirenti è l'indizio che rivela il vero destinatario della somma: «Lo vedo a pranzo da Berti (noto ristorante milanese, ndr)». L'incontro di Rotondaro a pranzo, sostengono gli inquirenti, è con Nicoli Cristiani. «Un grande uomo, li ha tutti sotto, li ha fatti crescere tutti lui», dirà poi al telefono Locatelli a un suo collaboratore. La consegna del denaro sarebbe avvenuta proprio al ristorante, dove Nicoli Cristiani era cliente abituale (tant'è che, come emerge dalle intercettazioni, il vicepresidente del Consiglio regionale si era persino lamentato di un conto da 3 mila euro in un mese presentatogli dal locale).

La «gaffe» con Rotondaro - Ma c'è anche una presunta «gaffe» commessa da Locatelli con il dirigente Arpa, Rotondaro: l'imprenditore di Grumello, il 26 settembre, avrebbe portato soltanto i 100 mila euro per Nicoli Cristiani, dimenticandosi i 10 mila per Rotondaro: «Mi son dimenticato i tuoi dieci», direbbe Locatelli al funzionario, intercettato dalla cimice posta sulla macchina ferma al casello di Capriate. L'incontro riparatore si terrà il giorno 30 settembre, a Milano.

Citato Formigoni - In un'intercettazione Nicoli Cristiani parla del presidente della Regione, Roberto Formigoni e del sottosegretario Paolo Alli. Occorre segnalare - annota il giudice - che in data 14 novembre Nicoli contattava il funzionario Arpa per riferirgli di «essersi mosso su quella partita là» in relazione alla quale «Formiga mi ha autorizzato a parlarne con Alli». Nicoli aggiungeva che avrebbe visto Alli «domani mattina», occasione nel corso della quale «gli parlo e poi gli fisso l'appuntamento direttamente». Nicoli, poi, ricostruisce il giudice, diceva a Rotondaro: «Faglielo sapere che mi sono mosso in questo modo».

Dopo qualche ora - scrive ancora il giudice - Rotondaro contattava Pierluca Locatelli e gli riferiva di essersi incontrato con Franco che «mi ha detto di dirti che lui ha avuto un contatto con il presidente e gli ha dato l'ok, domani parlerà lui con Paolo, è quella cosa che vi eravate detti per expo». Locatelli, conclude sul punto il gip, si mostrava molto interessato («sì, sì, sì, se devo venire giù volo io»), mentre Rotondaro si vantava del rapporto con Nicoli Cristiani («come vedi, Franco non passa una settimana che non mi chiama»).

V. A.

© RIPRODUZIONE RISERVATA