I pronto soccorso nella bufera:
ma a Bergamo poche le criticità

Nei pronto soccorso della Bergamasca si registra, fortunatamente, la quasi totale assenza di criticità. Dopo il caso del Policlinico Umberto I di Roma cresce l'attenzione su sovraffollamento e la disorganizzazione in diversi ospedali d'Italia.

Nei pronto soccorso della Bergamasca si registra, fortunatamente, la quasi totale assenza di criticità. Dopo il caso del Policlinico Umberto I di Roma cresce l'attenzione su sovraffollamento e la disorganizzazione in diversi ospedali d'Italia.

Dalle indagini emerge che in Lazio e Lombardia il 40-60% dei pronto soccorso è sovraffollato: si tratta di una anticipazione dello studio pilota condotto in queste due regioni da Simeu e Fimeuc, le due società scientifiche di medicina di emergenza e urgenza, utilizzando un indicatore, il Nedoc, che misura «matematicamente» il sovraffollamento in base a parametri, quali posti letto dell'ospedale e postazioni di pronto soccorso.

Ma se circa la metà dei pronto soccorso lombardi è sovraffollato, un altro monitoraggio piazza la Bergamasca in una posizione virtuosa rispetto alla media: è il monitoraggio effettuato nel 2011 da Cittadinanza attiva-Tribunale del malato, insieme ai medici della Anaao-Assomed.

Sono state monitorate sul territorio nazionale circa 100 unità di pronto soccorso: il 16,70% al Nord, il 26,20% al Centro, il 28,10% in Lazio, il 29% Sud e isole. In Bergamasca è toccato all'Azienda Bolognini di Seriate, ad Alzano e a Piario, al pronto soccorso di Humanitas Gavazzeni e agli Ospedali Riuniti.

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