Il nuovo ospedale è collaudabile
ma c'è ancora molto da fare

Sofferta, frutto di confronti serrati, di verifiche continue, di attenzione anche alle virgole: ma è arrivata. Venerdì  i collaudatori del nuovo ospedale hanno consegnato agli Ospedali Riuniti la relazione di collaudo definitiva per il «Papa Giovanni XXIII».

Sofferta, frutto di confronti serrati, di verifiche continue, di attenzione anche alle virgole: ma è arrivata. Venerdì  i collaudatori del nuovo ospedale di Bergamo hanno consegnato agli Ospedali Riuniti la relazione di collaudo definitiva per il «Papa Giovanni XXIII»: è una relazione a metà, perché non comprende i cosiddetti articoli d ed e, relativi cioè alla questione del «deprezzamento» dell'ospedale, cioè il conteggio del valore reale dell'opera.

La relazione finale comunque c'è, ed è riferita agli appalti per le opere principali e alle opere di completamento, ma non riguarda, specificano i collaudatori, i lavori per il sistema di drenaggio non ancora completato (la cosiddetta trincea antinfiltrazioni).

La relazione, seppure con un lungo elenco di condizioni (sistemazione di vetrate, massetti, pavimenti in pvc, infiltrazioni e problemi antincendio) sancisce che l'ospedale è collaudabile. In sostanza, è una sorta di via libera tecnico al cronoprogramma già elaborato dall'Azienda ospedaliera per arrivare al trasloco entro ottobre. Ma soprattutto è un via libera a un'altra operazione fondamentale perché il «Papa Giovanni XXIII» sia funzionante: l'accreditamento Asl.

Tutte le condizioni devono essere rimosse prima del rilascio del certificato di collaudo provvisorio.

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