Il trasloco dimezza gli interventi
Riuniti, resta lo stato di agitazione

La macchina del trasloco verso il nuovo ospedale di Bergamo si è messa in moto. Il comparto dei lavoratori dei Riuniti e i sindacati dei medici non attenuano le loro perplessità. E ora anche i cittadini avvertono i primi contraccolpi.

La macchina del trasloco verso il nuovo ospedale di Bergamo si è messa in moto. Un meccanismo complesso e articolato: e se sia il comparto dei lavoratori degli Ospedali Riuniti di Bergamo sia i sindacati dei medici non attenuano le loro perplessità, soprattutto per le garanzie di sicurezza e di tutela dei degenti, ora i cittadini avvertono i primi contraccolpi.

Diversi malati, alcuni colpiti da patologie complesse, hanno già inviato lettere ed e-mail a L'Eco di Bergamo in cui segnalano tutta la loro preoccupazione: si tratta di persone che dovevano essere sottoposte a interventi chirurgici, e che si sono sentite comunicare il rinvio o comunque la messa in «stand by», cioè a data da destinarsi, perché incombe il trasloco.

Il meccanismo del trasferimento, raccontato in freddi termini tecnici è una sorta di macchina ad incastro, ma, come tutte le «macchine» non tiene in considerazione l'elemento emozionale. Che però c'è e gli effetti possono essere devastanti, soprattutto se a provarli sono persone malate.

Detto in parole «burocratiche» la messa in moto del trasloco è stata tarata per arrivare al «pronti via» del 15 dicembre, primo giorno del trasloco dei pazienti. E spostare i degenti, significa, nel meccanismo del trasferimento, ridurre i ricoveri ordinari e rinviare gli interventi chirurgici «riprogrammabili».

Ai Riuniti sta già succedendo: «Per il trasloco è necessario scendere da 950 a 600 ricoveri, e questa cifra resterà fissa anche per le tre settimane successive, fino ai primi di gennaio. Tanti saranno i pazienti che verranno spostati nel trasloco, e stiamo lavorando perché si parta il 15, se l'Asl ci darà l'accreditamento. Nell'attesa l'ospedale non può stare fermo, ma prepararsi perché per quella data tutto sia pronto. È stato quindi necessario avviare una progressiva riduzione dei ricoveri e l'attività delle sale operatorie – evidenzia Laura Chiappa, direttore sanitario dei Riuniti –. C'è stata una valutazione delle degenze medie dei vari reparti, il calo dei ricoveri dovrà essere del 30% complessivo. L'attività non subirà riduzioni per gli interventi da pronto soccorso/urgenza, area oncologica e trapianti, la riduzione inciderà di più nei reparti che hanno la più alta quota di ricoveri programmati, circa il 50%, ovvero l'area chirurgica. Sempre tenendo al primo posto la salute dei pazienti: se un medico dice che un intervento è rinviabile, ci si può fidare. Anche se si tratta di persone con patologie oncologiche, esistono casi di possibile riprogrammazione, e tutti verranno vagliati con attenzione».

Qualche passo in avanti comunque c'è, lo dicono le Rsu dei lavoratori dei Riuniti: «Ma lo stato d'agitazione resta: non ci è stato spiegato il perché di questa fretta nel trasloco a dicembre. E giovedì ci riuniremo per valutare, in caso di conferma del trasloco il 15 dicembre, anche altre forme di lotta».

Roberto Sozzi, coordinatore Rsu del comparto dei lavoratori dei Riuniti, ieri, dopo l'incontro con l'Azienda, ha ribadito che «non vediamo garanzie sulla sicurezza, con una tempistica così ristretta. Restiamo convinti che sarebbe opportuno prendersi un mese in più. E potremmo anche ipotizzare nuove forme di lotta, deciderà l'assemblea delle Rsu – rimarca Sozzi –. Comunque qualche passo in avanti si è fatto, anche se riteniamo che la piastra tecnologica sia ancora indietro: da oggi (ieri ndr) fino al 19, quindi a trasloco già avviato, ci è stato garantito che le simulazioni verranno effettuate. E che ci sarà consegnata una scaletta delle varie prove. Qualche spiraglio anche sui parcheggi».

Dopo le Rsu i vertici dell'Azienda hanno incontrato la rappresentanza medica. Da Federico De Gonda, Anaao, la conferma che «la dirigenza medica è da sempre collaborativa in questo trasloco. E si tenga conto che per molti le simulazioni richieste sono già state fatte, in altre strutture ospedaliere, con macchine simili a quelle che saranno alla Trucca. E che molte macchine che verranno utilizzate sono già in uso ai Riuniti, e quindi già note agli operatori». Claudio Arici, Cgil medici, rimarca che l'incontro ha portato comunque a un interessante punto di confronto: si chiederà a tutte le direzioni di Unità di dichiarare nero su bianco, quando e se si è pronti con le simulazioni.

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