Abdul, eseguita l’autopsia
I medici: servono nuovi esami

È durata due ore l’autopsia sul corpo di Abdul Gaye, il 16enne morto dopo un malore al «Mozzali» di Treviglio. I medici non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, prendendo tempo per eseguire ulteriori esami istologici.

È durata due ore nella mattinata di giovedì 27 marzo l’autopsia sul corpo di Abdul Gaye, il 16enne morto dopo un malore a scuola, al «Mozzali» di Treviglio. I medici non hanno però rilasciato alcuna dichiarazione, prendendo tempo per eseguire ulteriori esami istologici.

Il sedicenne senegalese è deceduto martedì un’ora dopo avere perso i sensi mentre si trovava in classe, durante la lezione di lettere all’istituto professionale Mozzali di Treviglio.

L’esame autoptico è stato disposto dal sostituto procuratore Maria Esposito ed è stato effettuato dal medico legale Marco Ballardini e dal tossicologo forense Angelo Groppi, entrambi dell’istituto di medicina legale dell’Università di Pavia. I nuovi esami saranno fondamentali per stabilire se lo studente di seconda tecnico elettrico sia stato colto da un malore poi rivelatosi fatale, oppure il decesso sia ricollegabile al trauma riportato dal ragazzo nell’urto contro il vetro della finestra dell’aula, in seguito al mancamento che lo aveva colpito.

A fornire i primi dettagli della dinamica era stato martedì sera Mamadou Gaye, il papà di Abdul. Aveva sostenuto che il figlio si trovava al suo banco, quando si era piegato per raccogliere il cellulare caduto sul pavimento, per poi rialzarsi e perdere i sensi, urtando infine la testa contro il calorifero.

Una versione ripetuta anche il giorno dopo il decesso dal padre del sedicenne: «Ho solo detto quanto mi era stato riferito dalla scuola e ora mi trovo davanti a una nuova dinamica di quanto è successo, ma forse pochi hanno compreso il nostro dramma e la sostanza non cambia: Abdul non è più tra noi, è un dramma senza senso».

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