Allarme sfratti: più di 2 mila casi
I sindacati: «Interventi urgenti»

Un incontro, al più presto, con il prefetto di Bergamo. Lo chiedono da tempo i sindacati provinciali della casa, Sicet-Cisl, Sunia-Cgil e Unione inquilini, preoccupati per l’emergenza casa nella Bergamasca e in particolare per il fenomeno degli sfratti per morosità.

Un incontro, al più presto, con il prefetto di Bergamo. Lo chiedono da tempo i sindacati provinciali della casa, Sicet-Cisl, Sunia-Cgil e Unione inquilini, preoccupati per l’emergenza casa nella Bergamasca e in particolare per il fenomeno degli sfratti per morosità, che il più delle volte è motivata - spiegano - da reali situazioni di necessità in cui si vengono a trovare gli inquilini, in un periodo di crisi che non accenna a mollare la presa.

«Morosità incolpevole», dicono i sindacati, sottolineando come sia necessario che le istituzioni facciano quadrato per affrontare una vera e propria emergenza sociale.

La situazione di crisi è sotto gli occhi di tutti e i dati (raccolti dal segretario provinciale Sicet-Cisl, Roberto Bertola) sugli sfratti nella Bergamasca non fanno che evidenziarla.

A metà 2013 (30 giugno) le operazioni di sfratto pendenti per morosità o inadempimento dell’inquilino erano 2.123. Si tratta dei provvedimenti convalidati dalle Cancellerie dei tribunali che, a fine 2012 erano «solo» 1.857. Nei primi sei mesi del 2013 ne sono sopravvenuti altri 789 e ben 523 sono stati eseguiti. Nel 2012, in 12 mesi (e non solo 6 come per il calcolo a disposizione per il 2013) ne erano sopravvenuti 1.272 e ne sono stati eseguiti 979.La tendenza, dunque, è all’aumento, con tutta una serie di conseguenze negative per il tessuto sociale.

Naturalmente quello dello sfratto per morosità è il punto di arrivo di una situazione deteriorata, della quale sono «vittime» anche gli stessi proprietari degli alloggi, privati del diritto di ricevere un giusto canone da parte delle persone che fruiscono del bene immobiliare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA