Emergenza casa, serve edilizia sociale
«L’offerta è la metà del necessario»

I dati del convegno organizzato da Cisl, Acli e Confartigianato: servono 100.000 vani da qui al 208 e ce ne sono 47 mila. Per contro, il mercato privato conta su 130 mila locali a fronte dei 40 mila necessari. Bisogna puntare sul recupero e il riuso.

I numeri fotografano la situazione in modo chiarissimo: tra provincia e città, c’è un fabbisogno crescente di abitazioni convenzionate o sociali di circa 100.000 vani calcolato fino al 2018 e un’offerta di poco più di 47.000 stanze. Di contro, a fronte di un fabbisogno di circa 40.000 ambienti, esiste un’offerta di edilizia privata di quasi 130.000 locali.

E anche in provincia di Bergamo, come in tutta la regione, si costruiscono case e si prevede ancora di costruirne per una domanda che sostanzialmente non c’è. Con un eccesso di edilizia libera contro una offerta di edilizia sociale e convenzionata insufficiente. Lo rivelano i dati presentati al convegno «Dare Casa» organizzato da Cisl, Acli e Confartigianato, frutto della ricerca realizzata da Antonello Boatti del Politecnico di Milano.

La ricerca conferma un fabbisogno forte e crescente dal 2008 al 2018 di edilizia sociale intesa come edilizia pubblica residenziale o edilizia realizzata da privati e ceduta all’amministrazione pubblica da destinare all’affitto. La domanda di abitazioni, peraltro prevalentemente sociale, proviene per circa il 40% da cittadini stranieri che risiedono o sono presenti nella città. Inoltre, nuove povertà si affacciano sulla scena della città (anziani soli, disoccupati, cassintegrati), che richiedono edilizia a basso costo e in affitto. Accanto a questi picchi così critici, esiste nella città una domanda fisiologica (matrimoni, nuove unioni, convivenze) che rappresenta un nuovo aspetto cui rispondere soprattutto con edilizia sociale e convenzionata, e solo parzialmente con edilizia libera.

Bisogna quindi pensare ad una grande campagna di recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente, è stato più volte rilevato. anche una maggiore quantità di lavoratori impegnati.«Sarebbe importante che dalle banche del territorio, così come dalle imprese e dalle amministrazioni, nascesse la volontà di dare vita a una solida joint venture finalizzata a dare un tetto a quanti lo richiedano» il commento di Ferdinando Piccinini, segretario generale della Cisl Bergamo: «Magari anche lanciando appositi bond territoriali legati all’edilizia e alla ristrutturazione di un patrimonio immobiliare particolarmente importante e destinato a un costante impoverimento e deprezzamento, se non si decidesse di intervenire al più presto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA