Fara, inquinanti nel terreno
Non c’è cromo, falda pulita

Sotto il terreno del cantiere del parcheggio alla Fara ci sono sostanze inquinanti, ma non cromo. Inoltre la falda acquifera risulta pulita. Sono queste le risultanze della perizia eseguita dal geologo Giampaolo Sommaruga e dall’ingegner Paolo Rabitti disposta dal gip Tino Palestra.

Sotto il terreno del cantiere del parcheggio alla Fara ci sono sostanze inquinanti, ma non cromo. Inoltre la falda acquifera risulta pulita. Sono queste le risultanze della perizia eseguita dal geologo Giampaolo Sommaruga e dall’ingegner Paolo Rabitti disposta dal gip Tino Palestra.

Le analisi confermano sostanzialmente la presenza di scorie di fonderia non trattate e di altro materiale non idoneo, conferito dalla Locatelli nell’area dell’ex parco faunistico senza le dovute autorizzazioni.

Cinque gli indagati per presunta gestione irregolare dei rifiuti. Il nome di spicco è quello di Pierluca Locatelli, l’imprenditore di Grumello del Monte travolto dalle inchieste giudiziarie e poi divenuto grande accusatore degli intrecci tra affari e politica in Lombardia. Nel fascicolo dei pm Franco Bettini e Laura Cocucci ci sono poi i nomi di quattro suoi collaboratori: Andrea Fusco, Luca Piero Milesi, Giovanni Rocca e Corrado Sora.

I pm contestano anche la frode in pubbliche forniture. L’inchiesta era nata dopo l’arresto di Locatelli per la vicenda Brebemi. Il Corpo Forestale e l’Arpa eseguirono verifiche anche sul materiale portato dalle imprese del gruppo Locatelli a riempimento della frana avvenuta al cantiere per il nuovo parcheggio.

Le indagini stabilirono poi la provenienza del materiale: arrivava dallo scavo per la realizzazione della galleria lungo la variante Carvico-Villa d’Adda. «La Locatelli - si legge negli atti d’indagine - aveva prodotto circa 105 mila metri cubi di materiale, smaltendone abusivamente circa 80 mila». Materiale «argilloso misto a tubi di plastica, cemento, vetroresina, da qualificarsi come rifiuti speciali, sia per la composizione, sia perché gestiti in assenza dei presupposti per beneficiare della deroga prevista dal Testo unico ambientale».Per l’accusa, parte di questi 80 mila metri cubi (circa 20 mila), finirono nel futuro parcheggio alla Fara, insieme a scorie di fonderia provenienti dall’impianto di trattamento dei rifiuti della Locatelli. Altri 20 mila metri cubi finirono in un terreno agricolo a Carvico, altri 25 mila in un terreno a Villa d’Adda, creando, secondo i pm, due discariche abusive.

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