«Giunta Tentorio inconsistente»
L’opposizione: crisi come alibi

Piazzale Marconi «la landa desolata», la caserma Montelungo «il polo del degrado e del tempo», le politiche della «im-mobilità», il «Pacco» dello Sport di Grumello. I consiglieri di opposizione scendono in campo con un incontro pubblico in sala Galmozzi di via Tasso.

Piazzale Marconi «la landa desolata», la caserma Montelungo «il polo del degrado e del tempo», le politiche della «im-mobilità», il «Pacco» dello Sport di Grumello e il «cemento verde» del nuovo parcheggio per l’aeroporto. E poi la mancanza di leadership del sindaco Franco Tentorio che ha troppo delegato ai suoi assessori, il ritornello «è colpa della crisi» troppe volte ripetuto «per mascherare la mancanza di idee». I consiglieri di opposizione scendono in campo con un incontro pubblico in sala Galmozzi di via Tasso. Nella presentazione le slides scorrono veloci, con numeri e immagini da clima preelettorale (presenti tra il pubblico i due potenziali candidati sindaco Pd Giorgio Gori e Elena Carnevali). Dopo aver occupato per quattro anni e mezzo i banchi dell’opposizione, i consiglieri (Idv, Patto Civico, Pd, Sel, Udc, tutti presenti tranne Claudio Crescini e Marzia Marchesi, assenti per motivi di lavoro) smantellano una ad una le azioni fatte – e non fatte – dall’attuale Giunta.

Ad aprire i lavori Sergio Gandi, capogruppo Pd: «In questi anni abbiamo segnalato i limiti dell’amministrazione Tentorio – afferma Gandi –. Dai programmi della Giunta non è pervenuto nessun segnale, sfido qualcuno a ricordare un’opera conclusa. Il nostro desiderio è di partire da ciò che non ha funzionato per cambiare questa città. A breve, alla fase della critica subentrerà quella della proposta, caratterizzata da una precisione assoluta e dall’unità di intenti». Prende poi la parola l’ex sindaco Roberto Bruni: «Siamo stati facili profeti su questa amministrazione, incapace di affrontare i problemi – dice Bruni, Patto Civico –. Sarebbe non corretto non tenere conto che sono stati anni difficili per la crisi, ma è stato un alibi quando poteva essere un’opportunità. Non vi è stata un’idea innovativa sui servizi, tutto è stato lasciato a marcire, c’è stata una gestione ragionieristica dell’esistente». Bruni critica alcune scelte, come «l’aver buttato via l’idea della Grande Bergamo». E chiusa la partita della candidatura a Capitale europea della cultura 2019 e svestiti i panni da membro del comitato, chiarisce: «Ho avuto un atteggiamento costruttivo, ma da qui a dire che condividevo fino in fondo questo progetto ce ne passa. Il motivo del fallimento è la proposta politica e programmatica debole».

I consiglieri elencano una lunga serie di fallimenti: «Il più grosso è la ristrutturazione della stazione, fatta senza professionalità – commenta Vittorio Grossi, Idv –. Un’occasione mancata». «L’ Accademia Carrara è l’esempio di fallimento della Giunta, incapace di stabilire le priorità – afferma Nadia Ghisalberti, capogruppo Patto Civico –. Sul cantiere pesano i ritardi, come il modello di gestione, arrivato in enorme ritardo, non una questione di risorse, ma di incapacità politica». Sulla gestione della candidatura a Capitale europea della Cultura piovono critiche: «Del milione di euro spesi alla città non è rimasto niente – dice Paola Tognon, Pd –. Aspettiamo la lista con i nomi e i conti pagati. Resta l’arroganza di chi sa tutto e decide da solo». «È incomprensibile vedere spendere risorse sui gadget – aggiunge Enrico Fusi del Patto Civico –. È emblematico di un’inconsistenza politica e amministrativa».

Toccati anche i temi verdi: «Ne abbiamo piene le orecchie e i polmoni – dice Fausto Amorino, Sel -. La giunta ha accettato lo sforamento del tetto del numero dei voli, questo è il primo dei fallimenti. Serve un sistema aeroportuale del Nord, attenuando l’impatto su Bergamo in uno sviluppo sinergico con Montichiari. Sulla qualità dell’aria ricordo i continui sforamenti del limite della centraline di via Garibaldi. È stato facilitato l’accesso delle auto in città, come per l’apertura di Città Alta per Natale».

Giuseppe Mazzoleni, capogruppo Udc, fa un’analisi sul piano delle alienazioni: «I risultati sono negativi – commenta –. Le ragioni sono da cercare nella crisi ma anche nella vision dell’amministrazione che gestisce l’ordinario quando la situazione è straordinaria. I costi di alcuni immobili sono troppo alti e ci sono anche operazioni raffazzonate come quella del piazzale della Celadina. Un diabolico pasticcio, per il quale in un’azienda privata il responsabile sarebbe già stato sollevato dall’incarico. Perché qui non succede nulla?».

Su Expo 2015, le minoranze parlano di occasione già persa: «Un ente locale non può limitarsi ad erogare servizi ma deve dare sostegno – dice Gandi –. La prima occasione è legata ad Expo, appuntamento strategico per il rilancio di tutto il territorio. Ma su questo punto niente è pervenuto, mentre la Camera di Commercio ha stanziato 700 mila euro il Comune tace. Nessuno sa come Bergamo parteciperà e se ci sono iniziative non sono farina del sacco di Tentorio».

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