Gori: «Non ho la bacchetta magica
Ma giovani da aiutare per il lavoro»

Dal lavoro alla disoccupazione giovanile fino all’università: la «chiacchierata informale» tra il sindaco Giorgio Gori e il coordinamento dei Giovani imprenditori si declina attorno a questi temi, tre temi caldi per la Bergamo del futuro.

Dal lavoro alla disoccupazione giovanile fino all’università: la «chiacchierata informale» tra il sindaco Giorgio Gori e il coordinamento dei Giovani imprenditori si declina attorno a questi temi, tre temi caldi per la Bergamo del futuro. «È la prima uscita pubblica da sindaco», chiosa Corrado Rovelli, tra gli organizzatori di «Bergamo incontra», che siede accanto a Gori nella tensostruttura allestita sul Sentierone.

Si parla di «Città&futuro. Un patto tra generazioni». Un patto che piace a Gori. «Il fatto che i Giovani imprenditori di Ance, Ascom, Confartigianato e Confindustria abbiano fatto squadra in maniera trasversale è un segno dei tempi. C’è una generazione che ha voglia di lavorare insieme». E confrontarsi. «Vi invito anche a dialogare con la commissione giovani che istituiremo entro fine mese e che affronterà i temi che interessano alle giovani generazioni, mobilità, formazione, tempo libero e sport».

Si parte dalla disoccupazione giovanile al 40 per cento, livelli da allarme rosso. «Io ho tre figli, di 18, 17 e 13 anni - racconta il sindaco -. Il problema di cosa faranno da grandi come padre me lo pongo. Razionalmente mi verrebbe da dire di non fare certe facoltà come lettere o filosofia, anche se questi suono luoghi comuni e poi i figli devono fare la loro strada». Ma il sistema non gira come dovrebbe. «I centri per l’impiego hanno indici di efficacia disarmante...». Cosa può fare il Comune? «Non ho la bacchetta magica, ma serve un luogo in cui chi sta nel mondo del lavoro, con la regia dell’ente pubblico, dialoga con chi il lavoro lo cerca. La nostra intenzione è creare un osservatorio con l’aiuto dell’Università, delle organizzazioni di categoria e dei sindacati per avere un monitoraggio sensibile della domanda di lavoro».

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