Il Censis: «Il Paese Italia è fiaccato»
La capacità di spesa scesa di 10 anni

Soprattutto la pressione fiscale e le spese non derogabili vedono ormai una parte consistente delle famiglie italiane in uno stato di tensione continua, tale da rendere molto diffusa la sensazione di non essere in grado di poter far fronte a spese eccezionali.

«Nel 2013 le spese delle famiglie sono tornate indietro di oltre dieci anni. E’ il culmine di un lungo trend di decrescita, espressione di una radicale revisione al ribasso dei budget familiari. Meno sprechi, ma anche meno capacita’ di risparmio, definiscono un quadro preoccupante nel quale risulta ormai essenziale agire con rapidita’ in termini di radicale abbassamento della pressione fiscale, di incentivi ai consumi prontamente utilizzabili, di politiche per il lavoro che consentano di tornare a generare reddito».

Lo rileva il Censis nel Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2013. «I continui cambiamenti (aumento dell’Iva prima si’, poi no, poi si; Imu no, ma Trise si’; addizionali locali da determinare, ecc.) non consentono alle famiglie consumatrici di effettuare le proprie previsioni di spesa.

Soprattutto la pressione fiscale e le spese non derogabili vedono ormai una parte consistente delle famiglie italiane in uno stato di tensione continua, tale da rendere molto diffusa la sensazione di non essere in grado di poter far fronte a spese eccezionali. Per ben il 72,8% delle famiglie - registra il Censis - un’improvvisa malattia grave o la necessita’ di significative riparazioni per la casa o per l’auto sono un serio problema. E lo stesso pagamento di tasse, tributi e bollette mette in difficolta’ una quota significativa di italiani».

Dai primi anni 2000 a oggi, rileva il Rapporto Censis 2013, sono diminuite del 6,7% le spese per prodotti alimentari, del 15% quelle per abbigliamento e calzature, dell’8% quelle per l’arredamento e per la manutenzione della casa, del 19% quelle per i trasporti. Viceversa sono cresciute alcune spese incomprimibili, come quelle per le utenze domestiche e la manutenzione della casa (+6,3%) e quelle medico-sanitarie (+19%). Secondo il Censis, «i consumi descrivono, dunque, un Paese sotto sforzo o, meglio, profondamente fiaccato da una crisi persistente». Nell’ultima parte del 2013 ben il 69% di un campione di 1.200 famiglie analizzate dal Censis e Confcommercio ha indicato una riduzione e un peggioramento della capacita’ di spesa nel corso dell’anno. Appena il 2% ha indicato un miglioramento. «Non e’ un caso che negli ultimi anni l’incertezza abbia preso il sopravvento non solo rispetto all’ottimismo ma anche al pessimismo. Sebbene le famiglie scoraggiate verso il futuro siano da tempo la maggioranza relativa, la quota di incerti, soprattutto nel corso dell’ultimo anno, e’ cresciuta considerevolmente», sottolinea il Rapporto. Agli inizi del 2010 gli incerti erano il 13% del campione analizzato dal Censis, mentre agli inizi di ottobre del 2013 essi si sono attestati quasi al 33%.

«L’incertezza assume spesso la forma della preoccupazione e dell’inquietudine: il 52% delle famiglie sente di avere difficolta’ a preservare i propri risparmi, ma soprattutto quasi il 50% teme di non riuscire a mantenere il proprio tenore di vita. Una larga parte del Paese scopre, cosi’, un’intima fragilita’: piu’ del 70% delle famiglie si sentirebbe in difficolta’ se dovesse affrontare spese impreviste di una certa portata, come quelle mediche, il 24% ha qualche difficolta’ a pagare tasse e tributi e quasi il 23% ha qualche difficolta’ a rispettare scadenze di pagamento quali le utenze domestiche. In questo contesto - conclude il Censis - quasi il 50% prevede di moderare e di contenere, nei prossimi mesi, le spese familiari».

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