Il dolore di mamma e papà:
«Con Nerisa siamo morti in tre»

«Con lei siamo morti in tre». Sono parole pronunciate pacatamente ma cariche di dolore quelle di Aldo Consoli, papà di Nerisa, la giovane di 29 anni di Verdello morta domenica sera dopo essere caduta dalla sua motocicletta e poi travolta da un’auto.

«Con lei siamo morti in tre». Sono parole pronunciate pacatamente ma cariche di dolore quelle di Aldo Consoli, papà di Nerisa, la giovane di 29 anni di Verdello morta domenica sera dopo essere caduta dalla sua motocicletta e poi travolta da un’auto.

Parole che danno l’idea di quanto per i genitori di Nerisa, che da ottobre lavorava nella segreteria della scuola media Malpensata di Bergamo, sarà difficile continuare ad andare avanti senza avere più di fronte il viso e il sorriso della figlia, con cui vivevano in via Leonardo da Vinci 31. «Era tutto per noi, con lei iniziamo e con lei finiamo» afferma disperata anche mamma Arita.


Mente ricordano la figlia «solare, carica di vitalità, gioia di vivere, aperta e sincera tanto da essere incapace di dire bugie», i genitori della ventinovenne hanno vicino il cane Lucky, il barboncino bianco a cui Nerisa era molto affezionata. Due erano le sue passioni: i cani e le motociclette. La Kawasaki 650 Er in sella alla quale la ventinovenne ha avuto l’incidente che le è costato la vita, era stato un acquisto di circa due anni fa. Non era però la prima due ruote che guidava: «Aveva già avuto un motorino e uno scooterone – sostengono i genitori – con i quali non era mai stata coinvolta in nessun incidente serio. Poi aveva deciso di acquistare la moto, non certo una scelta usuale per una donna, ma lei era così: voleva essere forte e indipendente. Ad aprile insieme a una collega di lavoro e altri amici aveva partecipato a un tour in modo in Liguria. Era così felice quando era ritornata».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo dal 24 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA