Il ministero ha finito i soldi
«Supplenti brevi» senza stipendio

Natale senza stipendio per i «supplenti brevi», quelli che sostituiscono i colleghi per malattie ed emergenze, a volte per pochi giorni, a volte per un mese. Quanti siano a Bergamo è difficile dirlo, perché la situazione è molto diversa fra una scuola e l’altra.

Natale senza stipendio per i «supplenti brevi», quelli che sostituiscono i colleghi per malattie ed emergenze, a volte per pochi giorni, a volte per un mese.

Quanti siano a Bergamo è difficile dirlo, perché la situazione è molto diversa fra una scuola e l’altra. Ogni anno, al primo settembre, alle scuole viene assegnata dal ministero una somma standard per pagare le supplenze brevi del primo trimestre. Non è una spesa programmabile e ogni anno alcune scuole avanzano soldi, altre li finiscono in un mese, secondo i vuoti in organico.

In passato le scuole si aggiustavano giocando fra i vari capitoli di spesa, ma dal primo gennaio 2013 i soldi sono solo virtuali, tutto viene gestito dal Miur attraverso la piattaforma Sidi, con la quale le scuole segnalano al Miur i contratti registrati. Due volte al mese il ministero raccoglie le segnalazioni e le trasmette (in termini tecnici, «emissioni») al Sicoge, la piattaforma di gestione finanziaria del Mef, il ministero economia e finanze, che a fine mese, attraverso il sistema NoiPa, provvede direttamente ai pagamenti dei docenti.

Il 13 dicembre, data fissata dal Mef per chiudere i conti, «mancavano» 30 milioni di euro (su 800 milioni l’anno per 900.000 contratti di supplenza breve) finiti, per qualcuno, nei meandri della legge di stabilità, per altri, bloccati da «disguidi tecnici» cioè per il malfunzionamento del sistema informatico o per la difficoltà delle scuole a inserire correttamente i dati richiesti per la registrazione dei contratti.

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