Imu ritoccata, beffati 5 Comuni
I sindaci: qui si cambiano le regole

A livello nazionale, sono circa 600 i Comuni che hanno alzato le aliquote, deliberando 500 milioni di euro in più. In provincia di Bergamo i casi sono cinque: riguardano i Comuni di Albano Sant’Alessandro, Calusco, Capizzone, Ghisalba e Suisio.

Sorpresi, preoccupati, impreparati. E anche un po’ arrabbiati. Sono le prime reazioni dei sindaci della Bergamasca che nel 2013 hanno ritoccato l’aliquota base dell’Imu sulla prima casa (alzandola oltre lo 0,4%) e che – dopo il Consiglio dei ministri di mercoledì sera – saranno costretti a chiedere ai propri cittadini di pagare la metà (l’altra metà la pagherà lo Stato) della differenza sull’aliquota tra 2012 e 2013, cioè parte di quel gettito dichiarato dagli stessi Comuni nei bilanci preventivi nei mesi scorsi.

È ormai certo che saranno i cittadini – entro il 16 gennaio – a dover pagare metà del gettito per il quale il governo non ha trovato copertura finanziaria, perché - come recita la nota di Palazzo Chigi diffusa mercoledì - «metà dell’importo viene ristornata dallo Stato, a fini perequativi l’altra metà verrà versata dai contribuenti».

A livello nazionale, sono circa 600 i Comuni che hanno alzato le aliquote, deliberando 500 milioni di euro in più. Dalle prime previsioni, sulle tasche dei cittadini dovrebbe pesare una cifra minima, perché si andrebbe a pagare solo la differenza tra l’aliquota più alta e la più bassa. In provincia di Bergamo i casi sono cinque: Albano Sant’Alessandro, Calusco, Capizzone, Ghisalba e Suisio.

Nelle parole dei sindaci c’è amarezza per ritrovarsi di nuovo nei panni degli esattori e disorientamento. Il tempo per comprendere la nuova disposizione è davvero poco, anche per gli uffici, che dovranno predisporre i bollettini per i pagamenti.

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