La protesta dei carrozzieri
contro la lobby delle assicurazioni

I carrozzieri hanno manifestato, mercoledì 15 gennaio, di fronte a Montecitorio contro le norme su rc auto contenute nel decreto Destinazione Italia. Le associazioni di categoria protestano contro la facoltà per

le assicurazioni di scegliere la carrozzeria.

I carrozzieri hanno manifestato, mercoledì 15 gennaio, di fronte a Montecitorio contro le norme su rc auto contenute nel decreto Destinazione Italia. Le associazioni di categoria Cna, Confartigianato e Casartigiani protestano contro la facoltà per le assicurazioni di scegliere la carrozzeria e la norma che prevede il divieto di cessione del credito al carrozziere. Norme che, secondo le associazioni, metterebbero a rischio 17 mila imprese e 60 mila posti di lavoro.

Secondo gli organizzatori hanno partecipato alla manifestazione circa 500 persone e oltre 40 parlamentari, dei vari schieramenti politici, che si sono detti concordi sulla necessità di modificare le norme.

I carrozzieri puntano il dito contro la lobby delle assicurazioni e spiegano, nel documento piattaforma della mobilitazione, che «questo decreto dovrebbe andare verso le liberalizzazioni ma non fa altro che buttare nel burrone migliaia di piccole imprese andando nella direzione opposta della libera concorrenza».

I manifestanti chiedono che si smetta di colpire le piccole imprese artigiane quando «dagli anni ’90 ad oggi i costi delle polizze sono aumentati del 245% e i sinistri, e quindi i risarcimenti, sono scesi del 40% e che le frodi in Italia sono la metà di quelle della media europea». Questa riforma, in conclusione, «è un grande regalo alla assicurazioni che gli permette di tenere sotto scacco sia il carrozziere che l’automobilista».

La possibilità di stipulare convenzioni tra carrozzerie e assicurazioni, secondo quanto prevede il decreto Destinazione Italia all’esame della Camera, «deve essere estesa a tutti i carrozzieri operanti sul territorio che presentano adeguati requisiti individuati dalle stesse officine assieme alle imprese assicuratrici e alle

associazioni dei consumatori». Lo sottolinea il Codacons in una nota, affermando che in questo modo «si eviterebbero quelle distorsioni per le quali oggi protestano a Roma i carrozzieri». Secondo l’associazione, infatti, «le convenzioni tra carrozzerie ed assicurazioni sono indispensabili per annientare il «mercato dei sinistri e la crescita artificiosa dei risarcimenti, fenomeno che ha effetti diretti sulle polizze rc auto attraverso un incremento delle tariffe a danno degli automobilisti».

Tra l’altro, i dati diffusi martedì 14 gennaio dall’Ania sui costi delle polizze Rc Auto indicano che tra il 2008 ed il 2012 in Italia gli automobilisti hanno pagato 231 euro annui in più rispetto alla media degli altri paesi europei: secondo Adusbef e Federconsumatori si tratta di «una maggiorazione del tutto ingiustificata che si traduce in un aggravio di circa 8,5 miliardi di euro l’anno a carico dei cittadini».

Per questo, secondo le due associazioni, «è necessario che il Governo intervenga con urgenza per eliminare l’insopportabile e triste primato che il nostro Paese detiene a livello europeo in materia di costi Rc auto». Oltre tutto, anche per il 2014 l’Osservatorio nazionale Federconsumatori prevede nuovi incrementi di circa il 5% (pari a +53 euro). Guardando infine al confronto con il 1994 (anno in cui il settore è stato privatizzato), da allora i costi delle polizze (per una cilindrata media) sono aumentati di oltre il 254%.

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