L’altra metà di Palafrizzoni
Cristina e Angela a confronto

Verso le elezioni, conoscendo le due possibili «first sciure» di Palazzo Frizzoni. Su L’Eco di Bergamo del 22 maggio si raccontano Cristina Parodi, moglie di Giorgio Gori e Angela Tentorio, moglie di Franco, tra primi appuntamenti, abitudini domestiche e progetti politici dei mariti.

Verso le elezioni, conoscendo le due possibili «first sciure» di Palazzo Frizzoni. Su L’Eco di Bergamo del 22 maggio si raccontano Cristina Parodi, moglie di Giorgio Gori (candidato per il centrosinistra) e Angela Tentorio, moglie di Franco (candidato per il centrodestra e attuale sindaco), tra primi appuntamenti, abitudini domestiche e progetti politici dei mariti.

Da una parte c’è Cristina Parodi, che parla anche della città di Bergamo: «Bellissima, la prima volta Giorgio mi ha portato a San Viglio» ricorda. Un commento anche sul lavoro di sindaco: «Contano le idee e i progetti che Giorgio ha, non l’immagine e le copertine. Io per lui sono una compagna di vita e una moglie, e tale resterò. Indipendentemente da quello che succederà, continuerò a sostenerlo quando è stanco, e a consigliarlo quando ne ha bisogno».

Con un commento su questi giorni di «dossieraggio»: «Ne abbiamo parlato e ragionato. Gli ho dato tutto l’aiuto e l’affetto perché continuasse col sorriso e la determinazione necessari per raggiungere il suo obiettivo» ha dichiarato Cristina Parodi.

Maniche rimboccate per Angela Tentorio, moglie di Franco, attuale primo cittadino di Bergamo e candidato per il centrodestra: «In questa campagna elettorale ho fatto di tutto e di più, da trovare chi ci prestasse i mobili per la sede a organizzare le pulizie, i fiori, i gadget, il grafico per i programmi».

Una donna pratica e decisa: «È cinquant’anni che lo conosco, tra matrimonio e fidanzamento» ricorda e aggiunge sulla campagna politica del marito: «Stiamo correndo, eccome se corriamo. E Franco come sindaco fino a oggi ha fatto tutto quello che poteva fare in anni difficili per chi amministra. È stato sindaco a tempo pieno, forse qualcosa di più».

Leggi di più su L’Eco di Bergamo del 22 maggio

© RIPRODUZIONE RISERVATA