Vaccinazioni e ritardi, botta e risposta Moratti-Gori sulle somministrazioni

La vicepresidente ed assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, replica alle dichiarazioni del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, secondo il quale gli anziani lombardi sarebbero stati dimenticati e lasciati indietro rispetto ad altre categorie . Non si fa attendere la risposta del sindaco: i ventenni vaccinati sono molti più dei settantenni.

«Regione Lombardia non ha lasciato indietro nessuno - dice Moratti - ed anzi ha privilegiato con estrema attenzione gli anziani prodigandosi per vaccinarli con sollecitudine ed efficacia. Ad oggi Regione Lombardia - rimarca Moratti - ha somministrato la prima dose di vaccino a più del 60% degli oltre 600mila ultraottantenni che hanno aderito alla campagna vaccinale a loro dedicata e da tempo ha messo in completa sicurezza le residenze per anziani vaccinando più di 62mila soggetti, il 100% con la prima dose e ben l’80 con la seconda. Senza contare tutte le strutture ospedaliere che, come le Rsa e i loro ospiti, sono state messe in totale sicurezza vaccinando medici, infermieri, operatori soci sanitari ed altro personale anche giovane. E con il personale della scuola abbiamo superato il 65%».

«La Lombardia ha pagato un prezzo durissimo lo scorso anni nei primi tre mesi di pandemia con quasi la metà dei decessi nazionali. Poi però il sistema sanitario regionale ha saputo reagire pur trovandosi al centro dell’esplosione epidemiologica favorita anche da un’alta densità demografica e da una forte mobilità interna ed internazionale. La seconda ondata ha visto dimezzare i decessi causati dal Covid, per una percentuale pari al 25% dell’Italia, mentre nella terza, quella recente delle varianti, la reazione è stata ancor più efficace registrando un ulteriore calo fino all’11% del totale dei decessi italiani» ja continuato Letizia Moratti.

«Si tratta sempre di numeri severi e drammatici - sottolinea Moratti - per i quali continuiamo a prodigarci al fine di vaccinare nel più breve tempo possibile il maggior numero di cittadini lombardi. Ma il netto calo dei decessi è il risultato di una azione di successo mirata a mettere in sicurezza soprattutto gli anziani, pesantemente colpiti dal virus. Entro l’11 aprile gli over 80 avranno tutti avuto almeno la prima inoculazione. Paesi del nord Europa, per esempio come Olanda, Belgio e Svezia, paragonabili per numero di abitanti alla Lombardia, presentano un numero di dosi somministrate su 100mila abitanti analoghi o addirittura inferiori a noi».

«Gli innovativi interventi di contenimento e vaccinazione reattiva - conclude Moratti - hanno permesso di dar vita ad un modello di reazione di successo all’esplosione di focolai. A Viggiù, Mede, Castrezzato, Bollate e nei 23 comuni del Basso Sebino a cavallo tra Bergamo e Brescia queste azioni immediate hanno permesso di abbattere fino a trenta volte il contagio, ponendosi come modello di studio nel mondo».

Dopo le dichiarazioni della Regione, la risposta del sindaco Gori: «Questa mattina (martedì 30 marzo, ndr) a Radio24 ho detto, numeri alla mano, che i 20enni fin qui vaccinati contro il Covid in Lombardia sono più del doppio dei 70enni a cui è stato somministrato il vaccino: 117 mila nella classe di età 20-29, per la precisione, contro 58mila appartenenti alla fascia 70-79 anni, e questo nonostante sia evidente a tutti che i settantenni sono tra i soggetti più vulnerabili, tanto che tra questi si conta ben il 24% dei decessi causati dal virus. A queste osservazioni l’assessore Moratti ha replicato presentando i numeri riguardanti la vaccinazione della popolazione over80: altrettanto importanti, ma non toccano il punto che ho sollevato» ha commentato il primo cittadino di Bergamo.

«Peraltro la mia non voleva essere una polemica contro Regione Lombardia: ho ben presente che la sequenza delle vaccinazioni è stata determinata a partire da scelte nazionali, peraltro condizionate – come ho spiegato nel mio intervento a Radio24 – dall’iniziale indicazione di non utilizzo del vaccino di AstraZeneca per la popolazione over55: è anche per questo che si sono anteposte varie categorie professionali alla popolazione anziana più fragile».

E Gori aggiunge: «Ma certo siamo di fronte a un paradosso se i ventenni vaccinati sono molti più dei settantenni. Confido che da qui in avanti si faccia il massimo sforzo per proteggere attraverso il vaccino le fasce di popolazione più vulnerabili».

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