Omicidio Puppo, valzer di sim
Il mistero in un telefono segreto

Stando alla ricostruzione dei carabineri, che hanno testimoniato in aula di fronte alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, la chiave dell’omicidio di Roberto Puppo sta in un valzer di schede telefoniche, passate di mano in mano fra i protagonisti della vicenda.

Stando alla ricostruzione del maresciallo dei carabinieri Mamelio Farinetti e dell’appuntato Luca Meinero, che hanno testimoniato in aula di fronte alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Antonella Bertoja, la chiave dell’omicidio di Roberto Puppo avvenuto il 24 novembre 2010 in Brasile sta in un valzer di schede telefoniche, passate di mano in mano fra i protagonisti della vicenda. Un vero rompicapo, che i militari del nucleo operativo di Bergamo e il pm Carmen Pugliese ritengono però di aver decifrato.

L’indizio di partenza è fra le pagine di una rubrica telefonica cartacea di Roberto Puppo, trovata dopo l’omicidio. Ai militari balzano all’occhio alcuni numeri annotati in maniera curiosa, fra cui «Fabio Um» e «Fabio Aum Aum».

Per gli inquirenti non c’è dubbio: sono utenze riservate a comunicazioni compromettenti e quel «Fabio» altri non è che Fabio Bertola, l’immobiliarista di Verdellino a processo con l’accusa di essere il mandante del delitto, commissionato – è l’ipotesi – perché fosse poi possibile porre all’incasso cinque polizze «puro rischio morte» per oltre un milione di euro, stipulate da Puppo. I

carabinieri risalgono all’intestatario delle utenze: è un indiano di nome Singh. Le ha attivate tutte nello stesso giorno, tutte all’Oriocenter. Ce n’è una che i detective ritengono fondamentale: quella che termina con «224».

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