Ubi: già dato risposte in passato
«Pesenti, nessuna irregolarità»

La posizione dell’istituto di credito: le perquisizioni avvengono per esposti del 2012 (Jannone, Lannutti) e del 2013 dei consiglieri di sorveglianza Agliardi, Cividini, Gallarati, Resti e Zucchi. «Massima collaborazione alla Gdf».

«In relazione alle perquisizioni in atto nel Gruppo Ubi Banca, si precisa che le stesse avvengono a seguito di esposti datati 2012 – Jannone, Lannutti, riferiti principalmente alle note vicende relative a Ubi Leasing e Ubi Factor – e di esposto datato luglio 2013 dei consiglieri di sorveglianza Agliardi, Cividini, Gallarati, Resti, Zucchi in merito alla presunta esistenza di patti parasociali non comunicati alle competenti autorità» spiega l’istituto di credito in una nota.

«Il Gruppo si sta prodigando per fornire la massima collaborazione alla Guardia di Finanza. In relazione peraltro ai fatti oggetto degli esposti, il Gruppo ha già fornito a suo tempo varie risposte e chiarimenti ai competenti organi di vigilanza e non vi sono ad oggi novità o aggiornamenti ulteriori da fornire».

«Le iniziative disposte dall'Autorita' Giudiziaria nei confronti di Giampiero Pesenti non hanno alcuna attinenza a fatti riguardanti ostacoli alla Vigilanza o alla gestione di Ubi Banca, di cui Pesenti non e' mai stato amministratore». E’ quanto affermano invece fonti vicine al presidente di Italcementi che risulta fra gli indagati nel dossier Ubi Banca per ostacolo alle funzioni di vigilanza, insieme a Giovanni Bazoli, presidente del Cds di Intesa SanPaolo.

«Nei suoi confronti sono ipotizzate irregolarità riguardanti attività personali, che non coinvolgono Italcementi, in ordine a rapporti intercorsi con Ubi leasing in merito all'acquisto di una imbarcazione. Nell'esposto denuncia, alla base dell'iniziativa dell'Autorità giudiziaria, si ipotizza un'operazione condotta a prezzi di favore. Si confida invece che nel corso dell'indagine emerga la totale congruità e correttezza della transazione».

Anche il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, non è preoccupato per le indagini che riguardano l’istituto. «Sono fiducioso che le nostre ragioni verranno completamente capite e che tutto si sistemerà» ha detto in apertura di una conference call.

«Questa è una ’non story’, mi spiace dover fare questa introduzione prima di questa presentazione, ora torniamo alle cose vere» ha detto dopo aver dato lettura del comunicato stampa con cui Ubi Banca ha commentato le perquisizioni in corso. E ha concluso con un eloquente «back to business, back to real thing».

Il legale di Giovanni Bazoli precisa invece che «l’indagine in corso da parte della Procura di Bergamo interessa il Professor Bazoli esclusivamente in quanto presidente di una associazione di azionisti di Ubi Banca. L’indagine ha per oggetto presunti patti parasociali che non sarebbero stati comunicati alle competenti autorità. Si precisa al riguardo che gli accordi che hanno dato vita a Ubi (dal cui Consiglio di Sorveglianza il professor Bazoli è peraltro uscito da oltre due anni) così come tutti i successivi sono stati recepiti negli statuti e in atti ufficiali debitamente comunicati. Quanto alle altre ipotesi di reato oggetto delle indagini di cui oggi si ha notizia, si sottolinea con assoluta chiarezza che esse non riguardano in nessun modo il professor Bazoli».

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