L’export guarda ad Africa e Oriente
Bergamo, gli Usa non chiamano più

Le esportazioni orobiche prendono quota in Africa, Asia orientale e Medio Oriente, andando per macro aree, con valori comunque ancora «contenuti» se paragonati a quelli dei tradizionali mercati di riferimento. Nella Ue il grosso elle esportazioni.

A guardare i dati Istat sull’export bergamasco dei primi nove mesi dell’anno scorso, sembra di osservare un «piccolo mondo antico» che non c’è più. Le certezze - in quanto a mercati di sbocco di riferimento - a cui si erano ancorate le imprese, non ci sono più.

La locomotiva tedesca ha tirato il freno, il sogno americano si fa sempre più illusorio e non resta altro da fare che guardare a Oriente, in particolare alla Cina (leggasi Repubblica popolare cinese), dove le nostre esportazioni sono in costante crescita.

Il dato complessivo si riferisce ai primi nove mesi dell’anno, negativo per 0,87 punti percentuali a 9,8 miliardi di euro.

Le esportazioni orobiche prendono quota in Africa, Asia orientale e Medio Oriente, andando per macro aree, con valori comunque ancora «contenuti» se paragonati a quelli dei tradizionali mercati di riferimento.

È nell’Unione europea a 28, che, nonostante tutto, si concentra ancora il grosso delle vendite oltreconfine, che si attestano a oltre 6 miliardi di euro, ritagliandosi una fetta del 63% rispetto al totale. Ma il dato è in contrazione del 2,8%. Spostandoci sul côté dell’America settentrionale, le cose non migliorano, anzi: l’export si ferma a 620 milioni di euro, perdendo il 6,4%.

Leggi di più su L’Eco in edicola giovedì 12 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA