Niente Giro per Diego Caccia:
paga il conto dell'inchiesta

Si assottiglia la già scarna pattuglia bergamasca al Giro d'Italia che prenderà il via sabato da Torino. Da cinque si scende a quattro: Pinotti, Vanotti, Carrara e Possoni. Non c'è più Diego Caccia, inizialmente inserito dal suo team.

Si assottiglia la già scarna pattuglia bergamasca al Giro d'Italia che prenderà il via sabato da Torino. Da cinque si scende a quattro: Marco Pinotti, Alessandro Vanotti, Matteo Carrara e Morris Possoni. Rispetto all'elenco ufficiale diramato la scorsa settimana dalla Rcs, non c'è più Diego Caccia, inizialmente inserito dal suo team - Farnese Neri - nei nove corridori titolari.

 Il suo nome è stato depennato a favore del giovane neoprofessionista toscano Elia Favilli. Il direttore sportivo Scinto e il team manager Citracca parlano di scelta tecnica, ma non ci vuol molto per collegare l'esclusione del ventinovenne corridore di Ponte San Pietro all'inchiesta padovana del pubblico ministero Roberti, nella quale Caccia, insieme a molti altri corridori, tecnici e dirigenti, risulta in qualche misura coinvolto.

I fatti sono noti. Nella mattinata di giovedì 21 aprile Caccia ha ricevuto la visita dei Nas di Brescia. Una pattuglia delle forze dell'ordine ha perquisito la sua abitazione sequestrando agende, contratti e cartelle cliniche. Sequestrati anche il computer e il telefono cellulare del ragazzo.
Non sono state trovate, invece, sostanze illecite. Alla fine Caccia è stato iscritto nel registro degli indagati. Anche il suo capitano, il campione italiano Giovanni Visconti, ha subito lo stesso trattamento e risulta a sua volta tra gli indagati.

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