Prandelli: Doni? Penso ai suoi
Ricordo gli esempi di Randazzo

Il sogno di uno strepitoso europeo, ma anche il calcioscommesse e l'ex capitano Doni. Il ct della nazionale Cesare Prandelli parla delle vicende in casa atalantina e si dice «triste per Bergamo che stava vivendo nel calcio un periodo entusiasmante».

«Bisognerebbe sognare uno strepitoso europeo della Nazionale, in cui sia possibile realizzare risultati soddisfacenti abbinati a un calcio molto gratificante, specie per il grande pubblico dei nostri tifosi che ha preso a seguirci con simpatia». È l'auspicio del ct azzurro Cesare Prandelli che in una intervista a ilgiornale.it rivela i suoi sogni per la competizione del prossimo giugno.

Nel botta e risposta c'è spazio anche per la vicenda delle scommesse: «Io - ha detto Prandelli - appartengo alla generazione cresciuta con gli insegnamenti di Giacomo Randazzo, il segretario dell'Atalanta: quando sentiva accenni a scommesse, alzava la voce e tutti cambiavano discorso».

«Quando giocavo e poi allenavo all'Atalanta non si organizzavano scommesse. Randazzo ti guardava negli occhi, capivi che era un "No, non si può fare". Avevamo timore a chiedergli un biglietto per gli amici. Il contegno di una classe dirigente è fondamentale».

E sull'ex capitano nerazzurro: «Doni? Non riesco a essere giudice inflessibile delle sue vicende senza mettermi nei panni di figlia e moglie che in questo momento stanno soffrendo con lui - continua Prandelli - Non solo: sono anche triste per la città di Bergamo che stava vivendo nel calcio un periodo entusiasmante».

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