La curva contesta stampa e Ruggeri
Insulti e proteste. Marino: no comment

Corda sempre più tesa tra Curva Nord e parte della stampa. La pubblicazione di articoli sulle indagini della magistratura riguardanti alcuni ultrà nerazzurri e le interviste ad Alessandro Ruggeri hanno avuto come esito la contestazione. Quali la cause del ko? Vota il sondaggio

Corda sempre più tesa tra Curva Nord e parte della stampa. La pubblicazione nei giorni scorsi di articoli sulle indagini della magistratura riguardanti alcuni ultrà nerazzurri e le interviste ad Alessandro Ruggeri hanno avuto come esito un'esplicita contestazione allo stadio Comunale.

Una serie di striscioni esposti - probabilmente hanno aggirato i controlli e l'autorizzazione della questura - sulle gradinate della Pisani ha messo nel mirino in particolare un cronista della «Gazzetta dello Sport», pesantemente insultato (e al quale va tutta la solidarietà della redazione, ndr), e i giornalisti de «L'Eco di Bergamo» (apostrofati come «Uomini senza onore»).

La tifoseria della Pisani, che prima del match ha distribuito un volantino in cui ha pubblicato le proprie ragioni («La Nord non è quella descritta sui giornali»; «Cuore e passione la nostra vera associazione»), quando le squadre sono entrate in campo si è esibita in una «pañolada», agitando fogli rosa ed esponendo lo striscione: «La Gazzetta dello Sport e dell'infamia».

La Nord ne ha avuto per tutti. Striscioni contro stampa, magistratura e polizia: «Scrivere e indagare è solo folklore, tanto poi la volante al videopoker arresta il colore»; contro il sistema politico e sociale: «Politici ladri, corruzione e disoccupazione, questo è il vero tumore»; contro i giudizi sui giocatori: «Facundo: perdona loro perché non sanno quello che scrivono»; contro l'intervista di Ruggeri: «1994: Percassi contestato se n'è andato, tuo padre ci ha ringraziato... Alessandro povero sfigato».

A fine partita, il dg dell'Atalanta Pierpaolo Marino ha preferito glissare: «Non voglio entrare in queste polemiche - ha risposto -, parlo solo di quanto succede sul campo. Prese di distanza? Mi scusi, ma ho fretta: mi aspetta un aereo».

Massimo Tengattini

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