Atalanta salva... quasi
Ora si prepari il futuro

Salvezza salva. E ora? A costo di mettere in panchina l'orgoglio che vorrebbe un posto più al sole in classifica, l'impressione è che per l'Atalanta sia già tempo di allenare il futuro. Di sperimentarlo, di anticiparlo. Vota il sondaggio

Salvezza salva. E ora? A costo di mettere in panchina l'orgoglio che vorrebbe un posto più al sole in classifica, l'impressione è che per l'Atalanta sia già tempo di allenare il futuro. Di sperimentarlo, di anticiparlo. Troppo grossa l'occasione e pazienza se con la salvezza virtuale in tasca a rimetterci nell'immediato dovesse essere qualche punto in più.

Certo, il rigore di Rosina che ha permesso al Siena di sbancare Palermo e di restare a -9 dai nerazzurri (-10 per gli scontri diretti) impedisce di chiudere definitivamente la faccenda-salvezza dando parzialmente ragione al diggì Marino. Che domenica a fine partita ha rialzato l'asticella dell'attesa: non siamo ancora tranquilli, prima dobbiamo arrivare a 38-39 punti, altro ora non c'è. E sia, ma che in realtà il gol di Rosina sia una spina che non punge lo dicono la logica del campo e il calendario incrociato col Siena.

Nelle prossime 5 partite i toscani sono attesi da Cagliari, Genoa, Parma, Pescara e Chievo (a fronte del filotto Napoli-Sampdoria-Inter-Fiorentina-Genoa che toccherà all'Atalanta), ma nelle ultime cinque beccheranno Roma, Catania, Fiorentina, Napoli e Milan. Sicché, nella più catastrofica delle ipotesi, ai nerazzurri basterà presumibilmente battere il Bologna al Comunale, il 28 aprile, per chiudere i conti e dedicarsi alla partita numero due, la più urgente, la costruzione del futuro. Vero, gran parte dell'Atalanta che verrà dipenderà dall'Atalanta che partirà.

Bonaventura, Cigarini, Consigli, Denis, Livaja (in ordine alfabetico) sono i probabili tormentoni del mercato estivo, da qui la necessità di modellare al più presto il «contorno». A cominciare da due nodi strutturali: il vice-Cigarini e la composizione dell'attacco. La necessità del primo è stata confermata dalla gara col Pescara, vinta senza Cigarini, ma con la solita difficoltà a fare la partita e a gestirla nel finale. È Radovanovic l'alternativa o l'erede? Sì o no, in entrambi i casi ci sono due mesi di campo per decidere. Idem per l'attacco, in primis De Luca: a prescindere da Denis, Livaja, dalla futuribile questione Bianchi e dal ritorno di Marilungo, l'ex varesino resta una promessa oppure nell'ombra è diventato una realtà? Neanche a dirlo, più occasioni avrà il ragazzo, più saranno chiare le risposte, più tempo avrà l'Atalanta per modellare meglio l'attacco, evitando di arrivare ad agosto con punte doppie o (peggio) spuntate. Nel frattempo c'è il Napoli e il trittico con Sampdoria e Inter che all'andata fruttò 9 punti. Stavolta potrebbero bastarne meno della metà e un rabbocco con Fiorentina e (soprattutto) Genoa per tornare subito al futuro. Sarebbe una rosa vera, non certo una Rosina.

Simone Pesce

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