Denis: «Il mio regalo di Natale?
Un gol alla Juve, per batterla»

Per il suo primo gol alla Juve, purché decisivo, è pronto a offrire una cena a tutta la squadra. German Denis si carica a pochi giorni dall’incrocio con la capolista e parla di tutto, dalla sfida con Tevez all’esempio di Papa Francesco.

Per il suo primo gol alla Juve, purché decisivo, è pronto a offrire una cena a tutta la squadra. German Denis si carica a pochi giorni dall’incrocio con la capolista e parla di tutto, dalla sfida con Tevez all’esempio di Papa Francesco. Più una sorpresa che regala a intervista finita.

«Se volete scriverlo, ad agosto ci sarà un bergamasco in più». Dopo Mathias nato a Cesena, Malena a Buenos Aires e e Julian a Napoli, il quarto figlio (ancora non si sa se sarà maschio o femmina) sarà bergamasco. Insomma un Tanque sempre più atalantino, che secondo indiscrezioni ha già allungato il contratto di un altro anno (quindi fino al 2017) e che ora vuol farsi il regalo di Natale più bello.

German, sotto l’albero trovate la Juve, la sfida più affascinante ma anche la più difficile. Dia un valido motivo per credere nell’impresa.


«Primo: è la Juve e tutti vogliono batterla. E poi quando giochiamo in casa è come se avessimo un uomo in più, ci dà la forza per cercare di vincerla. La gente si aspetta un risultato positivo perché è da tanto tempo che l’Atalanta non batte la Juve. Ed è l’unica delle grandi squadre a cui non ho mai fatto gol. Eppure ci sono sempre andato vicino...».

Ci riproverà al dodicesimo tentativo...

«Speriamo di fare gol e soprattutto tre punti. La cosa più importante è che sia decisivo. Poi sarebbe il mio regalo di Natale a tutti gli atalantini. E se succede, ci sta una cena per tutta la squadra».

Le sue sfide con la Juve?

«Con Napoli e Udinese l’ho anche battuta, ma questa Juve è un’altra cosa: domenica sarà più difficile. La partita da ricordare? Con il Napoli a Torino vincemmo 3-2 (ottobre 2009, ndr) dopo essere stati sotto 2-0. In difesa c’era anche Cannavaro, io sfiorai due volte il gol di testa, Buffon mi parò tutto».

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