Mattarella a Bergamo inaugura la nuova Accademia della Guardia di Finanza -Foto e video

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è giunto a Bergamo per inaugurare la nuova sede dell’Accademia della Guardia di finanza, i cui corsi sono da oggi tutti raggruppati a Bergamo, nel complesso degli ex Ospedali Riuniti. L’arrivo a Bergamo alle 11 di mercoledì 27 ottobre.

Il taglio del nastro della mattinata di mercoledì 27 ottobre per mano del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dato il via ufficiale alla nuova vita del complesso di largo Barozzi : la nuova Accademia della Guardia di Finanza, che per la prima volta ospiterà in una sola sede l’intero ciclo di studi dei futuri ufficiali delle Fiamme Gialle, è pronta ad accogliere i suoi allievi. L’allestimento e il trasloco dal vecchio edificio di via Statuto (già destinato a uso universitario) e da quello di Castelporziano, sono in corso già da qualche giorno.

Ecco il video che racconta per immagini la vista di Sergio Mattarella a Bergamo per l’inaugurazione della nuova sede unificata dell’Accademia della Guardia di Finanza .

Una visita-lampo quella del Capo dello Stato: è arrivato a Bergamo in mattinata alle 11 in punto esclusivamente per l’evento e al termine ha fatto subito ritorno al Quirinale . È la quarta volta dal suo insediamento che il Capo dello Stato è stato a Bergamo. Con lui numerose autorità, tra cui il ministro dell’Economia Daniele Franco : «La formazione, l’istruzione e in generale lo sviluppo del capitale umano sono decisivi per lo sviluppo, e questo vale per il nostro Paese in particolare» ha detto: cambiare passo rispetto a questa tendenza «è il vero nodo della politica economica con il Pnrr, dove « non possiamo fallire: dobbiamo cogliere questo momento e questa opportunità » ha spiegato Franco nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della nuova sede dell’ Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo , una scuola che «è parte - ha detto il ministro - di questo rafforzamento delle competenze» . Franco ha ricordato che «lo sviluppo nelle economie avanzate è strettamente connesso alla capacità di promuovere e sfruttare l’innovazione tecnologica, intercettare i benefici dei mercati maggiormente globalizzati, posizionarsi su settori di produzione ad alto valore aggiunto» e per questo serve un sistema educativo in grado di rispondere alla sfida.

Il sistema educativo italiano mostra - ha detto Franco - «risultati inadeguati in termini di qualità e quantità», con una disponibilità di asili nido quasi 10 punti percentuali al di sotto della media europea, un’elevata percentuale di abbandono scolastico, «risultati ancora peggiori in termini di competenze in età adulta». Con la «assoluta peculiarità italiana» di un basso stock di capitale umano che viene tuttavia remunerato poco, e che innesca un circolo vizioso perché toglie incentivi a una educazione e formazione adeguate. Nel 2019 - ha ricordato Franco - quasi 70.000 giovani hanno lasciato il Paese, « una perdita enorme di capitale umano ».

«Da oggi la nuova sede dell’Accademia della Guardia di Finanza di Bergamo accoglierà gli allievi della scuola di formazione e di quelle di specializzazione, provenienti da tutta Italia. Un motivo di orgoglio per la nostra regione, un altro simbolo di ripartenza in uno dei territori più colpiti dalla pandemia» ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana , al termine dell’inaugurazione della nuova Accademia della Guardia di Finanza.

Il Capo dello Stato ha visitato la nuova Accademia, un progetto importante per il territorio e un investimento da 150 milioni di euro: nello stesso complesso dell’ex ospedale di Bergamo ha già trovato casa il Comando provinciale della Guardia di Finanza. Sui 140mila metri quadri della struttura graviteranno ora 700 persone, compresi i 420 allievi, futuri ufficiali delle Fiamme Gialle. Per loro sono stati ricavati 525 posti letto, 28 appartamenti per gli ufficiali, 23 aule didattiche, un campo da calcio, uno da basket e pallavolo, una piscina, tre palestre, un auditorium da 500 posti e un parcheggio seminterrato da 500 posti auto.

LE QUATTRO VOLTE A BERGAMO
Sette anni al Quirinale, 4 visite a Bergamo. Sergio Mattarella è ormai di casa nella nostra città, alla quale ha fatto sentire più e più volte la vicinanza durante l’incubo del Covid. E proprio l’ultima presenza del Presidente della Repubblica è legata alla pandemia, un momento di celebrazione e ricordo solenne delle vittime con la Messa di Requiem di Gaetano Donizetti al Cimitero Monumentale. Era il 28 giugno di un anno fa, un evento trasmesso in prima serata nazionale su Rai Uno. Un omaggio alla lapide commemorativa con le parole del fondatore del Sermig, Ernesto Olivero, la corona di fiori e poi le riflessioni davanti alla platea dei sindaci, simbolo di quella Bergamo «che rappresenta il cuore della Repubblica», capace «di coraggio e spirito di sacrificio». Una vicinanza non di maniera: «Questa sera c’è l’Italia che ha sofferto, che è stata ferita, che ha pianto». E quel monito: «Fare memoria significa, quindi, anzitutto ricordare i nostri morti e significa anche assumere piena consapevolezza di quel che è accaduto. Senza la tentazione illusoria di mettere tra parentesi questi mesi drammatici per riprendere come prima. Riflettere seriamente. Ricordare significa riflettere, seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere». Una visita di poco meno di due ore che ha lasciato il segno come poche.

Il 24 ottobre del 2019 Mattarella era invece stato a Bergamo per un duplice appuntamento: prima l’incontro con i ricercatori del Kilometro Rosso, dell’Istituto Mario Negri e dell’Università e poi il bagno di folla nell’auditorium del Seminario con i ragazzi di «BergamoScienza» e di «Molte Fedi», accolto dal vescovo Francesco Beschi, dal sindaco Giorgio Gori e dal presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli insieme all’amico di antica data Gilberto Bonalumi. Cita una frase di Gibran: «Nel cuore di ogni inverno c’è una primavera palpitante e dentro la cortina della notte si nasconde il sorriso dell’alba». E guarda i ragazzi in prima fila: «Quell’alba è dentro di noi. Sta a noi essere artefici del nostro futuro». Un invito a servirsi della tecnologia e non a esserne servi: «Ogni scoperta, ogni conquista – sempre preziosa - deve essere finalizzata ad accrescere il patrimonio collettivo. La scienza deve essere amica del futuro dell’umanità e del pianeta. Come strumento di verità e di progresso ci aiuta a superare gli ostacoli, sgretolando i muri che li rappresentano». Perché «l’intelligenza non può essere disgiunta dalla coscienza e questa dal pensiero umano». Un intervento molto significativo e apprezzato.

Il debutto del Presidente Mattarella a Bergamo è però datato 29 novembre 2016, quando aveva voluto essere presente al Teatro Donizetti all’omaggio per i 50 anni di direzione del maestro Riccardo Muti, suo grande amico. Si era fermato per la notte all’Hotel San Lorenzo di Città Alta per poi visitare il giorno dopo la redazione de L’Eco di Bergamo, partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università accolto dal rettore Remo Morzenti Pellegrini, per poi concedersi un piccolo bagno di folla in Piazza Vecchia al termine della visita alla basilica di Santa Maria Maggiore insieme al vescovo. «Il vostro è un compito prezioso che supera i confini territoriali, supera l’ambito dei vostri lettori: è un contributo nazionale di grande importanza» ricorda ai giornalisti che lo accolgono in redazione: «Il nostro Paese ha bisogno di diventare sempre più una comunità che si avverte come tale».

In Università, nella splendida aula magna in Sant’Agostino, aveva preso a sorpresa la parola dopo gli interventi del rettore e la lectio del compianto Philippe Daverio: «L’istruzione, l’apprendimento, la cultura sono la misura delle opportunità che si hanno poi nella vita per realizzarsi, per contribuire da protagonisti alla vita collettiva. E questa cultura è quella che qui, vorrei dire con termine improprio, si amministra, è quella che qui si coltiva, si fa crescere, non soltanto si distribuisce ma si approfondisce con la ricerca. Qui come in tutti i nostri atenei del nostro Paese».

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