Quartieri al centro, ecco Carnovali: qui tanti giovanissimi

L’inchiesta È la fotografia del presente, ma un po’ anche del futuro. Perché è questo il serbatoio demografico per guardare avanti con più fiducia: è Carnovali – spicchio della città incastonato a metà strada tra centro e periferia –, il quartiere che in proporzione ha più giovanissimi.

Qui gli under 18 rappresentano il 17,4% dei residenti: 583 su 3.349, secondo i dati aggiornati a fine 2020. È la quota più alta tra tutti i rioni cittadini, una performance discretamente superiore a una media cittadina che invece si ferma al 14,9%. Così si prova a resistere all’invecchiamento, considerato che c’è poi un altro 25,9% di residenti che ha tra i 18 e i 39 anni: non è un primato, ma è comunque un dato piuttosto al di sopra della media cittadina che si ferma al 23,9%.

Il contraltare è facile da trovare: l’«età di mezzo», quella dei 40-59 anni, è sostanzialmente in linea con la media cittadina (in questa fascia c’è il 29,5% dei residenti di Carnovali, la media cittadina è del 30%), mentre qui «pesano» di meno sia i 60-79enni (sono il 20,3% dei residenti del quartiere, la media cittadina è del 22,4%) sia gli ultraottantenni (sono il 6,9%, contro una media cittadina dell’8,8%). Il 43,3% degli abitanti ha quindi meno di quarant’anni; solo la Celadina, con una quota di giovani del 43,9%, è un quartiere anagraficamente più «verde».

Crescita dei giovanissimi

Ed è curioso anche l’andamento storico, discretamente in controtendenza. Nel 1987 aveva meno di 18 anni il 16,8%, cioè una quota inferiore rispetto all’attuale: è uno dei pochissimi quartieri (insieme a Pignolo, Sant’Alessandro e Santa Lucia) dove in questi oltre trent’anni sono cresciuti i giovanissimi. La «rappresentanza» dei 18-39enni è invece scesa dal 30,7% al 25,9%, ma è comunque una contrazione decisamente più lieve (dimezzato) rispetto all’assottigliamento medio della città, che ha visto scendere il peso di questa fascia anagrafica dal 32% al 23,9%. È invece raddoppiata la quota degli ultraottantenni: nel 1987 erano il 3,4%, nel 2020 sono saliti al 6,9%.

Gli under 18 rappresentano il 17,4% dei residenti: è la quota più alta dei rioni cittadini

Famiglie larghe ma meno bimbi

Una conseguenza, piuttosto facile da intuire, è che a Carnovali le famiglie «tengono»: non è casuale che qui, in proporzione, i nuclei composti da due persone siano decisamente sotto la media cittadina (sono il 21,5% dei nuclei; la media cittadina è del 25,2%); questo perché sono ben più numerose le famiglie con figli.
Il 30,1% dei nuclei è infatti composto da almeno 3 persone (teoricamente, mamma, papà e almeno un figlio), contro una media cittadina del 28,7%; se si guarda nel dettaglio alle famiglie più numerose, è composto da almeno cinque persone (mamma, papà e tre o più figli) il 4,5% dei nuclei, mezzo punto in più della media cittadina. Ma c’è un’altra tendenza, particolare e praticamente opposta: i nuclei unipersonali, cioè quelli composti da una persona, sono il 48,4% del totale, oltre due punti in più della media cittadina. Dal 1987 al 2020, le persone sole sono più che raddoppiate: erano 387, sono diventate 788.

In 33 anni abitanti da 2.713 a 3.349: il 23,4% in più, una crescita 10 volte sopra la media.

Nascite in calo

Se è vero che Carnovali è un quartiere ancora giovane, e in particolare quello con più bambini e,adolescenti, ci sono tuttavia segnali da non sottavalutare. Anche qui, seppur a scoppio ritardato rispetto agli altri rioni, le nascite hanno imboccato la tendenza del calo. Nel 2003 si contavano 33 nascite a fronte di 2.657 residenti, pari a 12,4 nati ogni 1.000 abitanti (la media cittadina era di 8,9); nel 2020 si è scesi a 26 nati su 3.349 residenti, cioè 7,8 bebè ogni 1.000 abitanti (la media cittadina è di 6,3): la natalità – cioè il numero di nati in rapporto alla popolazione – si è ridotta del 37,5%, cioè di oltre un terzo dal 2003 al 2020.

Crescita e segni di frenata

I cambiamenti anagrafici del quartiere s’inseriscono in una più ampia parabola di crescita. Nel 1987 qui vivevano 2.713 persone, nel 2020 se ne contavano 3.349: il 23,4% in più, una crescita di dieci volte superiore al ritmo medio della città nello stesso periodo (Bergamo, complessivamente, ha aumentato del 2,4% i residenti). Una cavalcata più rapida rispetto ai «vicini»: la Malpensata è cresciuta del 7,6%, San Tomaso del 12,5%, Colognola è rimasta praticamente ferma (+0,8%), Sant’Alessandro ha invece perso il 6,2% degli abitanti. Il 25,8% degli abitanti è straniero, dieci punti percentuali più della media cittadina.

È soprattutto negli ultimi tempi che Carnovali ha ampliato il proprio bacino: dal 2008, si sono guadagnati in media circa 50 abitanti all’anno. L’anno del Covid, al netto di nascite e decessi, ha però congelato il trend : il saldo dei trasferimenti è stato praticamente nullo, perché 152 persone sono arrivate a vivere nel quartiere e 162 invece lo hanno lasciato. Una frenata si nota anche sul fronte delle compravendite immobiliari: nel 2019 si erano registrate 82 transazioni, nel 2020 gli acquisti sono stati invece 56 (quasi un terzo in meno). Lievemente limati al ribasso i prezzi: a 1.263 euro al metro quadrato, questo è il quartiere in cui si compra casa con le quotazioni più basse. I redditi, a 22.004 euro pro-capite, sono tra i più bassi della città; viaggiano a meno solo Boccaleone, Borgo Palazzo e Celadina, a 21.838 euro annui pro-capite.

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