«Un aiuto per l’Ucraina», in un giorno raddoppiate le donazioni

La sottoscrizione La generosità dei bergamaschi non si è fatta attendere: raccolta vicina ai 40mila euro. Don Trussardi (Caritas): «Vediamo una grande mobilitazione, sosteniamo l’accoglienza nelle parrocchie».

In un giorno sono già raddoppiate le donazioni a favore dell’accoglienza di profughi ucraini, donazioni raccolte attraverso la sottoscrizione «Un aiuto per l’Ucraina», promossa da Caritas diocesana bergamasca, L’Eco di Bergamo e Fondazione della Comunità bergamasca mettendo a disposizione ognuno le proprie competenze. La cifra raggiunta in pochi giorni è pari a circa 40mila euro, grazie a donazioni, piccole o consistenti, ognuna di esse è preziosa per aiutare la popolazione ucraina che sta vivendo il dramma della guerra, scoppiata ormai da quasi dieci giorni.

Il grazie ai donatori

Don Roberto Trussardi, direttore di Caritas diocesana, ringrazia tutti i donatori: «I bergamaschi ancora una volta stanno rispondendo generosamente all’appello lanciato per portare soccorso alla popolazione ucraina così duramente colpita. Stiamo vedendo una mobilitazione di persone che in modo semplice, con quello che possono, stanno offrendo il proprio contributo. Ognuno può fare la propria parte». Le donazioni saranno utilizzate per organizzare l’accoglienza dei profughi che stanno arrivando anche nella nostra provincia. «La raccolta – spiega don Trussardi – sostiene l’accoglienza delle persone che stanno arrivando, ormai ogni giorno, e aiuterà le comunità parrocchiali che mettono a disposizione alloggi per l’accoglienza, un’accoglienza che richiede che la comunità partecipi e si attivi».

Nei giorni scorsi lo stesso vescovo Francesco Beschi ha sollecitato le comunità parrocchiali perché si rendano disponibili all’accoglienza con gli ambienti a loro disposizione, ma soprattutto con il calore della comunità. Diocesi e Caritas fanno la loro parte, ma il desiderio è che le parrocchie comprendano che lo spirito dell’accoglienza richiede vicinanza, prossimità, accompagnamento. «Noi chiediamo alle comunità – ribadisce don Roberto Trussardi – che si vada oltre l’offerta di un appartamento, ma che si riesca, attraverso l’aiuto di volontari, a favorire il percorso di inserimento e integrazione delle donne, bambini e giovani che stanno arrivando. Questa presenza è un’opportunità per le parrocchie di essere vere comunità cristiane».

Accoglienza diffusa

Obiettivo quindi un’accoglienza diffusa che deve portare all’inserimento nella vita ordinaria delle comunità accoglienti. È chiaro che in una primissima fase le persone potranno essere collocate in strutture (come sta accadendo in Seminario e nel monastero Matris Domini), ma l’obiettivo è quello dell’accoglienza nelle parrocchie e nelle comunità, situazione che facilita l’integrazione attraverso la condivisione della quotidianità. Un secondo obiettivo di «Un aiuto per l’Ucraina» riguarda il sostegno alle Caritas internazionali che operano nelle zone di confine dell’Ucraina, «attraverso Caritas italiana – continua don Roberto – si intende infatti sostenere sia in questo momento sia nel prossimo futuro, le Caritas di Polonia, Moldavia, Ungheria, Romania, Lituania e dei Paesi vicini che stanno accogliendo chi sta scappando dalla guerra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA