Delta Index / Bergamo Città
Venerdì 14 Novembre 2025
«Orientare non è un open day, ma far emergere le passioni dei giovani»
CAPITALE UMANO. Alessandro Profumo, ex Ceo di UniCredit e Leonardo, racconta perché l’orientamento non può essere né scolastico né aziendale, ma nasce nell’incontro tra i due mondi. Le imprese devono imparare a mostrare ai ragazzi come sarà davvero il lavoro e ad aiutarli a riconoscere ciò che li appassiona, perché «ognuno dà il meglio solo quando fa ciò che lo motiva davvero».
Nel mondo iperconnesso in cui crescono, i ragazzi scorrono migliaia di informazioni senza riuscire a trasformarle in una direzione. Molti hanno in tasca un telefono che racconta tutto, ma nessuno che li aiuti davvero a capire chi sono. È in questo vuoto che l’orientamento torna a essere la leva più strategica – non una brochure o un open day, ma un’esperienza che accende una passione. Alessandro Profumo, manager che ha guidato UniCredit, Monte dei Paschi e Leonardo, oggi chairman di Rialto Venture Capital, lo spiega chiaramente nella seconda puntata della videointervista dell’Osservatorio Delta Index nei laboratori dell’Istituto Pesenti di Bergamo: «L’orientamento più efficace nasce in mezzo: tra scuola e azienda, dove i ragazzi scoprono le proprie passioni».
Il percorso non lineare che forma più di un titolo
Profumo parte dalla sua esperienza personale. Studente del liceo classico, iscritto alla Bocconi per diventare professore, cambiò strada a vent’anni, quando l’arrivo di un figlio lo spinse a lavorare in banca mentre continuava a studiare. «È stata un’esperienza estremamente formativa – racconta – perché ho capito che molti miei colleghi avevano fatto quello che io stavo facendo a vent’anni già durante le superiori». La lezione per le aziende è chiara: il percorso lineare è un’eccezione, non la norma. E non è dall’ordine dei passaggi che si misura il potenziale, ma da come un giovane attraversa le scelte, gli inciampi, i cambi di rotta.
Scuola e imprese: smettere di rinfacciarsi i limiti
Sull’orientamento Profumo è netto: né la scuola né le aziende possono pensare di farcela da sole. E serve una svolta culturale: «Bisogna uscire dalla logica per cui le imprese criticano il sistema formativo dicendo “non ci date le persone di cui abbiamo bisogno”, ma poi non spiegano di cosa hanno bisogno davvero».
L’orientamento efficace è un’azione congiunta:
- la scuola aiuta a costruire competenze e metodo;
- l’azienda mostra cosa c’è “dentro” il lavoro e come cambierà nei prossimi anni;
- il ragazzo, vivendo esperienze reali, inizia a scoprire ciò che lo muove davvero.
Le passioni come bussola professionale
È questo il punto che più si avvicina alla lettura di Skillherz e di Delta Index : i giovani danno il meglio dove vedono uno scopo. «Ognuno di noi fa il meglio in ciò che gli piace – spiega Profumo – dove vede un obiettivo sociale, una crescita personale, un senso». Per orientare non basta informare. Occorre creare contesti in cui gli studenti vivono laboratori, esperienze, giornate immersive. Lo stanno già capendo alcune scuole tecniche che, abbandonati gli open day tradizionali, propongono percorsi esperienziali: «Se ti innamori di ciò che fai, allora quella scuola è la tua; se non scatta nulla, ti orientiamo altrove». È la stessa filosofia che guida Skillherz e il lavoro dell’Osservatorio Delta Index: non convincere i ragazzi, ma metterli in condizione di scegliere con consapevolezza.
Le aziende: soprattutto farsi scegliere
Per Profumo il ruolo delle imprese è ancora più determinante: «Devono far capire ai ragazzi in che cosa consiste davvero il lavoro di oggi, e soprattutto come evolverà. Non esce nessuno da scuola già pronto per tutta la vita: il mondo cambia velocemente e l’azienda deve accompagnare la crescita delle persone».
Orientare significa quindi:
- mostrare il lavoro per ciò che è, non per ciò che raccontiamo;
- rendere leggibili percorsi, mansioni, prospettive;
- investire fin dal primo contatto sulla relazione, non sulla selezione.
L’orientamento non è un evento, è un processo. Non è un open day, è un’esperienza trasformativa. E per essere credibile, deve nascere nell’unico luogo in cui scuola e impresa si parlano davvero: la realtà del lavoro.
Per approfondire il tema del rapporto tra AZIENDE e GENERAZIONE Z collegarsi al sito dell’Osservatorio Delta Index e di Skillherz
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