
Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 06 Luglio 2025
A Stoccolma da 14 anni. Ora è consulente nel settore digitale
LA STORIA. Francesca Cortesi, dal primo amore per la moda alla carriera in Hemnet, piattaforma immobiliare: «Che fatica imparare lo svedese, ma ha premiato».

Dalla moda milanese alle startup scandinave, fino al palco delle conferenze internazionali. La storia di Francesca Cortesi, consulente strategica e voce autorevole nel mondo del product management, è quella di una bergamasca che ha fatto del cambiamento il suo punto di forza.
Un nuovo inizio
Ci sono occasioni che arrivano all’improvviso e altre che sembrano fatte apposta per chi sa riconoscerle. Quando a Francesca Cortesi, bergamasca classe 1983 originaria di Celadina, si è presentata la possibilità di lavorare a Stoccolma, non immaginava che quel passo avrebbe segnato l’inizio di un nuovo percorso personale e professionale. Oggi vive in Svezia con il marito Andrea, anche lui originario di Bergamo, e lavora nel cuore del mondo digitale, guidando aziende in processi di crescita e trasformazione.
Laureata, con triennale e magistrale, in Lettere e Filosofia, con indirizzo in comunicazione, all’Università di Milano, Francesca ha costruito i primi anni di carriera nel settore della moda, occupandosi di eventi e pubbliche relazioni. «Milano era il mio mondo, lavoravo nel settore che sognavo. Riuscire a entrare nel mondo della moda è stato difficile, ma ce l’avevo fatta».
Poi qualcosa cambia. Il fidanzato dell’epoca – oggi suo marito – si trasferisce a Stoccolma per motivi di studio e, poco dopo, una sua collega segnala a Francesca un’opportunità: una posizione come traduttrice, dall’inglese all’italiano, per un videogioco sviluppato nella capitale svedese. «Non avrei mai fatto quel passo da sola. Ma quando si è presentata un’occasione concreta ho scelto di provarci. È stato il classico treno da non perdere».
Lo studio dello svedese
Il trasferimento avviene nel 2011. Francesca lascia un lavoro stabile a Milano per una nuova vita in un Paese di cui non conosce la lingua e con una cultura diversa. «Una volta trasferitami, il mio obiettivo principale rimaneva comunque quello di tornare nel mondo della moda, ma ho trovato le porte chiuse. È stato un momento complicato che però mi ha portata a rimettere a fuoco le mie priorità e ad aprirmi a nuove opportunità». Uno degli ostacoli più grandi? La lingua. Per oltre un anno circa frequenta la scuola serale per imparare lo svedese, studia e si confronta con frustrazioni quotidiane. Ma non molla. «Molti stranieri vivono per anni in Svezia senza imparare la lingua. Io invece ho voluto farlo subito e, alla fine, è stata la svolta: senza lo svedese non avrei avuto accesso a tante opportunità lavorative che mi si sarebbero presentate in seguito».
La carriera con Hemnet
Dopo l’esperienza iniziale come traduttrice, Francesca muove i primi passi nel digitale occupandosi dello sviluppo di prodotto e lavorando come product manager per aziende tecnologiche, startup e scale-up, ricoprendo ruoli di responsabilità crescente. Il punto più alto arriva con Hemnet, la principale piattaforma svedese per la compravendita immobiliare e una delle app più utilizzate del Paese, dove diventa Chief Product Officer. «È stata un’esperienza professionale e umana che mi ha lasciato molto. Ho fatto parte del management e guidato l’area prodotto fino alla quotazione in Borsa dell’azienda. Gestire quel percorso, da italiana facente parte anche di un team interamente svedese, è stato un grande traguardo personale».

Nel 2020, la pandemia rappresenta un momento di riflessione. In Svezia non vengono imposte restrizioni ufficiali, ma Francesca e il marito Andrea decidono di seguire comunque le regole italiane. «Vivevamo un forte senso di responsabilità verso ciò che stava accadendo a Bergamo. Era difficile continuare la vita di tutti i giorni mentre da casa arrivavano notizie drammatiche». Proprio in quel periodo, riscopre l’amore per la scrittura, una passione già coltivata nei primi anni di carriera anche attraverso la creazione di un suo blog a tema moda.
Il blog durante la pandemia
«Avevo sempre scritto per lavoro, ma in quel momento scrivere è diventato anche un modo per riordinare le idee. Ho aperto un nuovo blog, “francescacortesi.com”, dove ho iniziato a condividere riflessioni sul mio lavoro, lo sviluppo di prodotto digitale e il product management».
Il blog inizia ad attirare l’attenzione: Francesca viene invitata come speaker a conferenze di settore, partecipa a podcast, tiene formazioni e comincia a costruire un vero e proprio personal brand. «La prima volta che ho parlato a una conferenza, dopo la pandemia, è stata in Svizzera. All’inizio ero impacciata, non avevo mai fatto nulla del genere. Ma ho scoperto che raccontare esperienze concrete aiuta tante persone e così ho continuato. Il palco è diventato uno strumento di condivisione».
Consulente per prodotti digitali
Nel 2024, dopo sei anni in Hemnet, capisce che quell’esperienza aveva esaurito la sua spinta iniziale e decide di mettersi in proprio, fondando «Prodotto Collective», una realtà di consulenza strategica per prodotti digitali. «Oggi collaboro con aziende in fase di crescita, aiutandole a sviluppare prodotti sostenibili, rafforzare la cultura di prodotto e affrontare momenti di trasformazione con chiarezza e visione. Dopo anni passati dentro le aziende, volevo vedere più realtà, confrontarmi con sfide e realtà diverse. E, soprattutto, costruire qualcosa di mio». Il network costruito negli anni le è stato fondamentale per non partire da zero: «Fare impresa ti mette in mano una miriade di compiti diversi e la sfida più motivante, rispetto a quando lavoravo da dipendente, è stata affrontare l’incertezza».
Bergamo e l’Italia
Nonostante siano passati 14 anni dal suo trasferimento in Svezia, per Francesca il legame con l’Italia resta vivo. «Nell’ultimo periodo ho iniziato a collaborare con “Product Heroes” avviando un podcast in italiano, tenendo formazioni in Italia e partecipando a conferenze in madrepatria. A Bergamo, poi, ho comunque conservato le mie radici e la famiglia. Oggi più che mai mi piacerebbe collaborare ancor di più con realtà italiane, magari proprio bergamasche. Sarebbe una bella connessione tra quello che ero e quello che sono diventata».
Che cosa può succedere
Francesca continua quindi a sviluppare la sua attività con determinazione e curiosità. «Ogni decisione importante l’ho presa con un mix di incoscienza e razionalità, ma mi ha sempre portato lontano. Quando non so cosa fare, mi chiedo: qual è la cosa peggiore che può succedere? Se posso tornare indietro, allora significa che vale la pena provare».
Bergamo senza confini
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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