Lilt, festa per i primi 90 anni: c’è anche una mostra all’ospedale Papa Giovanni

Lega italiana per la lotta contro i tumori, fino alla fine dell’anno l’esposizione sotto la Torre 7. De Ponti: «Dopo il Covid vogliamo tornare». Stasi: «Siamo felici di ospitarvi»

Raccolte fondi (quasi) impossibili, come i 60 milioni raccolti nel 1957 per dotare gli ex ospedali Riuniti della «bomba a cobalto» contro il tumore, azioni creative come la App «Clicca il neo» per scattare foto e ricevere una risposta dal dermatologo, la distribuzione di mele ai fumatori in cambio del pacchetto di sigarette. Non si contano le iniziative che Lilt Bergamo (Lega italiana per la lotta contro i tumori) ha promosso nei primi 90 anni di vita, traguardo che ha deciso di celebrare in una mostra lungo la hospital street dell’ospedale Papa Giovanni XXIII fino alla fine dell’anno (sotto la Torre 7). Felice di offrire ospitalità Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII: «Il grande merito di Lilt è aver intuito per prima tra le associazioni l’importanza della prevenzione, e ha avuto l’intuizione di muoversi fuori dall’ospedale ma accanto all’ospedale, insieme ai suoi volontari. Siamo molto contenti di questa mostra, per il prossimo anno, in occasione del mese della prevenzione, vorremmo proiettare su una delle nostre torri le luci rosa».

Ricorda le tappe più importanti dell’associazione la sua presidente Lucia De Ponti. Dal primo centro della Senologia a Bergamo, l’avvio dello screening al colon retto, la creazione del registro dei tumori, la collaborazione con le scuole e le associazioni, come la Cure palliative: «Lilt Bergamo è nata nel 1931 all’ex ospedale maggiore, per precisa volontà del professor Francesco D’Alessandro - ricorda -. L’ospedale è stata la culla di Lilt, esperienza possibile grazie alla famiglia Felci: prima con Lorenzo e poi con Ugo, hanno scritto i primi 40 anni della sua storia. Erano anni in cui i medici si tassavano per comprare i macchinari, c’era un importantissimo fermento culturale. In quel periodo venivano costituite le fondamenta dell’associazione insieme alle centinaia di volontari senza i quali tutto questo non sarebbe possibile». De Ponti sottolinea il proficuo rapporto con gli enti locali e il vicesindaco del Comune, Sergio Gandi, porta il «grazie della città. Ogni volta che ci sarà bisogno, per quanto possibile, daremo una mano, soprattutto nel rapporto con le scuole. L’ospedale non è solo un luogo di sofferenza, ma anche di grande speranza».

L’auspicio della presidente De Ponti «è tornare a fare il nostro lavoro, il Covid ce lo ha impedito». La prevenzione, rimarca il direttore sanitario Asst Papa Giovanni XXIII, Fabio Pezzoli, è fondamentale: «Se prendiamo in carico qualcuno quando il tumore è ancora all’inizio si può davvero guarire o vivere ancora tanti anni. La Lilt porta ai bergamaschi tante iniziative concrete, dalle visite specialistiche alla promozione di stili di vita amici della salute». E di prevenzione parla anche il direttore Stasi, facendo il punto sulle somministrazioni del vaccino anti Covid: «Ad oggi nei 3 centri gestiti dall’Asst Papa Giovanni XXIII, nel foyer dell’auditorium Lucio Parenzan dell’ospedale di Bergamo, all’ospedale di San Giovanni Bianco e al Presst di S. Omobono, sono state somministrate 15 mila terze dosi, 12.500 al Papa Giovanni. Numeri destinati a salire. Le prenotazioni stanno incrementando: oggi all’ospedale Papa Giovanni sono prenotate circa 1.000 persone al giorno di cui circa 650 terze dosi Covid con somministrazione antinfluenzale e circa 350 prenotazioni per antinfluenzale».

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