Agricoltori bergamaschi in piazza a Bruxelles: «Serve un’Europa diversa»

LA MANIFESTAZIONE. «È necessario investire nello sviluppo e nella sostenibilità delle imprese», ha detto il presidente di Coldiretti Bergamo Gabriele Borella.

Bruxelles

Una delegazione di agricoltori bergamaschi è scesa in piazza a Bruxelles nella giornata di giovedì 18 dicembre: «Non è questa l’Europa che vogliamo», lo slogan della manifestazione. «Vuole togliere risorse alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare i carri armati - si legge in una nota - minando così anche la salute dei cittadini consumatori. Un piano che appare come un attacco alle fondamenta della sovranità alimentare dell’intero continente».

«È indispensabile garantire la reciprocità delle regole per i prodotti importati dai Paesi terzi, così da evitare forme di concorrenza sleale»

Secondo Coldiretti «c’è un grande bisogno di Europa, ma di un’Europa diversa, più coraggiosa, meno ideologica e più vicina ai problemi reali». In piazza a Bruxelles il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, con agricoltori da tutta Italia. Tra loro il presidente e il direttore di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella ed Erminia Comencini, oltre al delegato provinciale di Giovani impresa Luca Assandri. Giovani che «saranno le prime vittime della riduzione del 25% dei fondi della Politica agricola comune e della sua diluizione in un fondo unico. Per l’Italia si tratta di un taglio netto di 9 miliardi, che salgono a 90 se si considera l’intera Ue».

«Sovranità alimentare a rischio»

«Per dare un futuro solido all’agricoltura italiana ed europea - spiega Gabriele Borella - è necessario investire nello sviluppo e nella sostenibilità delle imprese, non ridurre le risorse a loro destinate. Togliere oggi sostegno all’agricoltura significa mettere a rischio la sovranità alimentare e compiere una scelta politicamente sbagliata. Al tempo stesso, è indispensabile garantire la reciprocità delle regole per i prodotti importati dai Paesi terzi, così da evitare forme di concorrenza sleale».

«Per garantire cibo di qualità»

Coldiretti ha diffuso per l’occasione un manifesto programmatico, che parte da un no al Fondo unico agricolo: «Servono risorse certe e regole distinte per la Pac, per garantire sicurezza agli agricoltori e cibo di qualità ai cittadini consumatori. Serve anche l’abrogazione della regola dell’origine del codice doganale e l’etichettatura obbligatoria con indicazione del Paese di provenienza, per fermare l’inganno sul cibo ai danni dei consumatori». L’associazione chiede maggiori risorse per sostenere il reddito agricolo, garantendo cibo buono e distintivo contro l’aumento degli ultra-processati, con progetti territoriali con mercati contadini, scuole e mense per promuovere stili alimentari sani basati su prodotti naturali e locali.

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