«Agricoltura, dati peggiori degli ultimi anni. Rincari e siccità, a rischio le nostre stalle»

L’intervista Brivio, presidente di Coldiretti Bergamo: occorre intervenire, le aziende non possono resistere a lungo. «Dobbiamo utilizzare meglio acqua e suolo. Accelerare sulla genetica sostenibile, la ricerca torni protagonista».

Coldiretti Bergamo chiama a raccolta gli associati, in un momento decisamente complicato per il comparto agricolo. In vista dell’assemblea in programma questa sera a Villongo, il presidente Alberto Brivio mette in fila le priorità, partendo dalla tutela del reddito degli agricoltori. «Dobbiamo raggiungere diversi obiettivi: difesa del suolo, sostenibilità ambientale, contrasto ai mutamenti climatici e reciprocità delle regole con gli altri Stati per valorizzare il made in Italy e combattere la contraffazione. Serve infine una revisione della burocrazia, che spesso è motivo di incertezza e ostacolo anche per i giovani agricoltori».

Come si sta muovendo Coldiretti per difendere i diritti degli iscritti?

«Raccogliamo qualsiasi istanza ed individuiamo gli strumenti più moderni ed efficaci. I contratti di filiera sono uno strumento innovativo che Coldiretti sottoscrive con le più importanti realtà Italiane della trasformazione agroalimentare, in modo da garantire il giusto prezzo all’agricoltore, la tutela e la valorizzazione del made in Italy, nonché il rispetto per il consumatore. Inoltre guardiamo alle generazioni future, tanto che nel terzo periodo del bando per l’insediamento dei giovani, l’80% delle domande curate dai nostri uffici sono state ammesse a finanziamento».

Quali settori sono oggi in evoluzione e quali più in difficoltà?

«Tutti i comparti agricoli sono in continua evoluzione, ma allo stesso tempo stanno subendo pesantissime difficoltà- L’inarrestabile aumento dei costi di produzione, energetici e delle materie prime, schiaccia solo sul produttore primario e sul consumatore il peso di questa situazione, in alcuni casi aggravata da immotivate speculazioni. Le quotazioni del grano dipendono dai mercati internazionali e a Bergamo stiamo cercando di aumentare la produzione grazie ad accordi di filiera con i panificatori. L’aumento esagerato dei costi di concimi, sementi ed energia, insieme agli effetti della siccità, hanno però ridotto drasticamente i raccolti. Per il latte, il prezzo ad oggi riconosciuto agli allevatori non riesce a coprire nemmeno i costi di produzione, con caldo e siccità che determinano incertezze sui prossimi raccolti di cereali e foraggi, impossibili da reperire. Occorre riconoscere con responsabilità la gravità della situazione, in modo da preservare la strategica sicurezza alimentare del Paese ed evitare la chiusura delle nostre stalle».

Se tracciamo il bilancio degli ultimi 12 mesi sono dunque più ombre che luci.

«Registriamo i numeri peggiori degli ultimi anni, a causa di una combinazione di tanti fattori negativi che non si vedeva, credo, dall’ultima guerra. Oltre allo spirito di sacrificio, servono interventi concreti perché le aziende agricole non possono resistere a lungo. Mi riferisco soprattutto alla nuova Pac che, senza adeguati correttivi, si presenta come uno strumento già vecchio ed inadeguato».

Per superare le difficoltà quali sono gli aspetti su cui puntare?

«Mi auguro che l’uomo impari a utilizzare al meglio le risorse di cui dispone, in modo particolare l’acqua e il suolo. Mi piacerebbe che venisse al più presto riconosciuto il ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea) per accelerare sulla genetica sostenibile capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole, difendere il patrimonio di biodiversità dalle anomalie climatiche e far tornare la ricerca italiana protagonista in un comparto strategico come quello agricolo».

Come può aiutare?

«Abbiamo processi che possono dare vita a circoli virtuosi, trasformando scarti in risorse, vengano sempre più sostenuti. Penso ad esempio ai reflui che diventano energia, al digestato in fertilizzante, ai pannelli solari sui tetti degli edifici per produrre energia. I nostri prodotti, da sempre fortemente distintivi e legati al territorio, devono rappresentare il modello di eccellenza raggiunto dalla nostra agricoltura ed assicurare il giusto riconoscimento alle fatiche di tanti agricoltori, con una prospettiva concreta ai sogni di tanti giovani».

Qual è lo spirito che anima la partecipazione di Coldiretti in Promoberg e in Imprese & Territorio?

«Partecipiamo alla vita di questi due organismi in modo costruttivo e con senso di responsabilità, perché abbiamo a cuore il futuro del sistema fieristico e del tessuto imprenditoriale del nostro territorio».

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