Bonus edilizi, il boom prosegue: lavori per 1,4 miliardi

I numeri Ance Nel 2021 per il settore bergamasco delle costruzioni un fatturato complessivo di 4,4 miliardi (+21%). La presidente Pesenti: risolvere il nodo della cessione dei crediti alle banche, aziende in difficoltà.

Il Superbonus ha messo il turbo all’edilizia bergamasca che ha chiuso il 2021 con un fatturato stimato di 4,4 miliardi, in un aumento del 21% rispetto al 2020. A spingere, in particolare, gli incentivi pubblici per le ristrutturazioni e l’efficientamento energetico che, secondo un calcolo di Ance Bergamo su dati Cresme, hanno generato 1,4 miliardi di lavori nei cantieri bergamaschi. Senza considerare l’ulteriore incremento registrato nei primi mesi del 2022. In piena emergenza caro materiali – la massa salari è cresciuta del 6,9% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. Di tutto rilievo l’impatto dei lavori coperti da incentivi sul fronte del mercato del lavoro: tra diretti e indotto le stime dell’Ance parlano di 20.800 occupati del settore impegnati su questa partita.

«Di lavoro ce n’è tanto, i primi ad essere stupiti di questi numeri siamo noi - conferma la presidente dei costruttori bergamaschi, Vanessa Pesenti - La fase espansiva cui stiamo assistendo non è però esente da problemi, dal caro materiali che si ripercuote oggi pesantemente sulla marginalità delle aziende alla guerra in Ucraina che rende instabili le previsioni per i prossimi mesi». Tutti temi che oggi (26 maggio) saranno al centro dell’assemblea dell’associazione a cui interverrà, tra gli altri, anche il presidente della Regione Attilio Fontana. «È un quadro complesso quello entro il quale si stanno muovendo le imprese - precisa Pesenti-Gli incentivi fiscali hanno riattivato il lavoro sul fronte dell’edilizia residenziale, a questo si sono aggiunti il Piano lombardia che sta agendo da volano per le opere pubbliche e l’operazione straordinaria, e unica, del Pnrr che secondo le nostre stime porterà in Bergamasca investimenti per oltre 689 milioni di euro. Saranno cantieri complessi, penso a quello della Montelungo o l’operazione Porta Sud, solo per citarne alcuni. Serve il massimo impegno da parte di tutti».

La scaletta dei problemi?

«Fondamentale in questo momento che si sciolga il nodo della cessione dei crediti fiscali alle banche. Anche a Bergamo ci sono imprese che hanno eseguito i lavori accettando la formula dello sconto in fattura e che ora si ritrovano in pancia anche 2-3 milioni di crediti che non riescono a incassare. È vero che il recente Decreto Aiuti ha riaperto i termini, dopo il blocco iniziale, ma il meccanismo non è ancora ripartito. L’attenzione da parte nostra è massima. Non vorrei ritrovarmi tra qualche mese a commentare uno scenario ben diverso da quello positivo su cui stiamo ragionando oggi».

Sono quotidiane le segnalazioni di cantieri che non partono perché le imprese non si presentano alle gare pubbliche . I comuni piccoli sono disperati, eppure i soldi ci sono.

«Quello del caro materiale è davvero la grande emergenza , che impatta soprattutto sui lavori pubblici. Problema che si accentuerà, se non si porranno rimedi, nel momento in cui verranno messe a terra anche le opere previste dal Pnrr ci sono gare fatte nel 2021 con pezzi che oggi vedono le imprese lavorare in perdita o quasi. Il meccanismo di compensazione dei prezzi dei materiali da costruzione, contenuto anch’esso nel Decreto aiuti dovrebbe sbloccare gli appalti per le offerte presentate fino al dicembre 2021. Urge anche che la Regione aggiorni il prezzario dei materiali entro luglio, oggi rinnoverò l’appello al presidente Fontana perché vigili affinchè i tempi vengano rispettati».

Basterà a sbloccare i lavori?

«Le imprese hanno interesse a lavorare, certo non in perdita. Dare risposte sull’aumento dei costi dei materiali è strategico anche per le opere del Pnrr: il 72% dei progetti ha un costo definito su una stima di prezzi non aggiornati da 12 mesi. Non è possibile».

Dopo anni di stallo anche l’occupazione cresce. Saranno numeri stabili?

«Credo di sì. Il nostro è ancora un lavoro fatto dagli uomini, le macchine entrano in gioco ma solo marginalmente. Abbiamo bisogno di personale per sostenere la ripartenza, oggi non riusciamo nemmeno a sostituire chi va in pensione. Le risorse delle imprese non sono infinite, non si riesce più a spostare gente da un cantiere all’altro per far procedere i lavori. Quando entrano in gioco i bonus fiscali ci sono scadenze da rispettare, per questo ci sono imprese che rinunciano ai lavori. Gli stessi problemi li hanno gli artigiani. Mancano anche gli indiretti, geometri, ingegneri, per non parlare delle figure tecniche legate all’efficientamento energetico. Da questo punto di vista contiamo molto sull’Università per rafforzare il corso di ingegneria civile a Bergamo. In una provincia dove il settore delle costruzioni genera un parte importante del Pil dobbiamo mirare all’eccellenza della formazione universitaria. Un modo, anche questo, per trattenere sul territorio competenze fondamentali per le nostre imprese che si misurano con un mercato sempre più innovativo e competitivo».

Ce la farete a organizzare la fiera dell’edilizia nel 2023?

«Con i numeri così positivi me lo auguro davvero! Con Promoberg ci stiamo lavorando. L’appuntamento di Bergamo e Brescia Capitali della cultura è un’occasione d’oro per rimettere in calendario una fiera che era entrata, a ragione, nella tradizione».

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