Come si cambia in 133 anni di storia: ieri candele per la luce, oggi di design

LA STORIA. Per chi fa impresa dal 1892, il cambiamento è parte dell’identità aziendale. È il caso della Cereria Pernici di Bergamo.

Per chi fa impresa dal 1892, il cambiamento è parte dell’identità aziendale. È il caso della Cereria Pernici di Bergamo, protagonista - insieme ad altre due aziende - della tavola rotonda «Nuovi modelli di business, governance e organizzazione: il cambiamento come motore di crescita», organizzata da Bergamo Sviluppo, azienda speciale della Camera di commercio di Bergamo. Nata per fornire l’illuminazione alle navate delle chiese, l’azienda ha attraversato il Novecento trasformando la cera in oggetto d’arredo e di festa. Eppure, la vera rivoluzione non è stata solo nel prodotto, quanto più nell’organizzazione. Secondo la titolare Evelina Pernici per «innovare è necessario avere al proprio fianco persone giovani e competenti». Nasce anche da questo principio l’ingresso in azienda dell’ingegnera gestionale Francesca Rosa, al suo fianco nel raccontare l’azienda.

Secondo le docenti dell’Università di Bergamo, Giovanna Campopiano e Mara Brumana, l’innovazione deve generare valore partendo da un’autoanalisi rigorosa. Spesso, le imprese faticano a comprendere perché il proprio modello sia ancora in grado, o meno, di produrre ricchezza. «La crescita di un’organizzazione richiede una revisione della governance d’impresa per favorire la coerenza e l’efficacia delle strategie, contribuire allo sviluppo di un’impresa longeva e facilitare i passaggi generazionali», hanno sottolineato le due docenti, ponendo l’accento sulla necessità di superare le resistenze individuali che spesso frenano il rinnovamento. In un «triangolo del cambiamento» che vede ai vertici la governance, il modello di business e l’organizzazione.

Le storie di Faba

Se per le aziende storiche il tema è la continuità, per le nuove realtà la sfida è l’identità valoriale. Faba, startup trevigiana nata sei anni fa per produrre raccontastorie che «allontanino» i bambini dagli schermi tv, ha scelto di istituzionalizzare il proprio impegno diventando una B-Corp. Si tratta della prima società italiana nel settore del giocattolo a ottenere questa certificazione benefit, ha spiegato il fondatore e a.d. Matteo Fabbrini. «Il cambiamento non ha comportato grandi modifiche in ciò che facciamo, ma ci ha richiesto tempo nello stendere protocolli che descrivevano le nostre azioni, formalizzandole come standard».

L’esperienza di Sorint.lab

In questo scenario, la velocità resta una variabile discriminante, specialmente nel settore tecnologico. Sorint.lab, società di consulenza informatica di Grassobbio, definita dal general manager Luca Pedrazzini come «una startup da 40 anni», rappresenta il modello della crescita organica, con 1.200 dipendenti. La strategia di cambiamento qui è diffusa: le sollecitazioni arrivano da chi vive il rapporto quotidiano con il cliente, sono validate e poi estese a tutta la struttura. Un processo che richiede un investimento massiccio nella comunicazione interna: «È importante essere disposti a dedicare il tempo necessario a spiegare a tutto il personale non solo cosa cambia, ma soprattutto il perché».

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