«Dimissioni volontarie in crescita: collegate alla qualità della vita»

L’analisi della Cisl Bergamo: rinuncia a contratti a tempo indeterminato aumentata del 25% in un solo anno. Mazzola: flessibilità per bilanciare lavoro e sfera privata.

Analizzando i dati del mercato del lavoro, si nota una crescita alla voce dimissioni che la Cisl collega in molti casi al cambio dei contratti in essere, con il calo del tempo indeterminato e in maniera indiretta anche a una qualità della vita a cui il lavoratore oggi dà una priorità maggiore che in passato.

Spiega il segretario Cisl di Bergamo Danilo Mazzola: « Sull’aumento così importante nei primi 3 trimestre delle dimissioni, quasi 17 mila in totale, 4.500 in più in un anno , si possono fare diverse considerazioni: la prima, una modalità per aggirare il divieto di licenziamento in vigore fino a luglio per quasi tutte le tipologie di impresa e a ottobre per turismo e commercio e tessile, anche perché i licenziamenti per crisi aziendale, dopo la parziale rimozione di luglio aumentano nell’industria e nell’edilizia, ma nel complesso sono ancora inferiori rispetto al 2019; poi, un effetto ritardato del fisiologico turn over rinviato nel 2020 per effetto della pandemia». Ma l’aspetto più inedito e importante è un altro: « Esiste la messa al centro di alcune priorità - aggiunge Mazzola - che la pandemia ha favorito, e che ha spinto le persone a bilanciare diversamente tempi di vita, e di lavoro» . In sostanza, il lavoratore chiede più tempo per la propria sfera privata, rispetto a quella lavorativa.

Analizzando i dati relativi all’interruzione dei soli contratti a tempo indeterminato, infatti, questi aumentano nel 2021 del 25% rispetto al 2020 e del 6% rispetto al 2019. Sempre nel 2021, il restante 43% delle cessazioni è dovuto a licenziamenti per crisi aziendali (2.080, in calo rispetto agli stessi periodi del 2019 e 2020), per giusta causa (1.522 in aumento rispetto ai due anni precedenti), per il mancato superamento del periodo di prova (529), per pensionamento (1534), per risoluzioni consensuali (444) e per cessazioni diverse e non censite (6.935).

«Pur mantenendo una parte importante e maggioritaria del lavoro standard in provincia - precisa Mazzola -, le dimissioni aumentano in modo significativo nei contratti a tempo indeterminato con un saldo negativo a beneficio di assunzioni con contratti più precari . Questi numeri aumentano in quasi tutte le professioni, intellettuali, qualificate, tecniche, specializzati e non qualificati».

Se raffrontate al 2019, le sole assunzioni nel 2021 aumentano del 17,8% nei contratti a tempo determinato, del 14,9% nei contratti in somministrazione, del 15,3% nei contratti di apprendistato, mentre calano dell’1,6% le assunzioni a tempo indeterminato. « È importante - conclude Mazzola - che la proposta occupazionale, che spesso le imprese lamentano nel loro reclutamento, passi anche, oltre alla necessaria ricerca di professionalità, attraverso una stabilità lavorativa accompagnata da nuovi modelli organizzativi nella gestione di orari di lavoro in particolare a beneficio della cura familiare , con l’ adozione di sistemi che combinino flessibilità produttiva e conciliazione vita-lavoro. Il lavoro è garanzia per la costruzione del proprio futuro accompagnato dai necessari momenti formativi utili alla diffusione di nuove tecnologie».

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