Energia, con la crisi caccia alle stufe e pellet alle stelle

La tendenza. I rivenditori: aumentati anche i prezzi della legna da ardere, con difficoltà nelle forniture dai Paesi dell’Est. «Situazione mai vista prima».

C’è un altro risvolto che ha a che fare con la crisi energetica, il caro bollette, i timori di tanti in vista dell’inverno: da qualche mese sembra essersi scatenata una vera e propria caccia alle stufe, alla legna e al pellet. A confermarlo è chi in questo settore direttamente lavora: «L’afflusso di gente in negozio in queste settimane è praticamente raddoppiato, anche rispetto allo stesso periodo dello scorso anno», racconta Roberto Saccomandi, titolare dell’omonima rivendita di impianti a biomassa (come stufe e camini) a Rivolta d’Adda, con clienti anche nella Bergamasca.

«I nostri fornitori, nonostante siano realtà molto grandi e performanti, hanno notevole difficoltà nelle consegne. Ci vogliono mesi per veder arrivare le stufe. Sugli ordini pre-stagionali, a maggio-giugno, almeno in parte sono riusciti a consegnare».

E infatti le stufe, almeno sui nuovi ordini, cominciano a scarseggiare. A spiegarlo è Giorgio Amigoni, amministratore della Ferramenta Adda di Cisano Bergamasco, che fornisce all’ingrosso i rivenditori. «I nostri fornitori, nonostante siano realtà molto grandi e performanti, hanno notevole difficoltà nelle consegne. Ci vogliono mesi per veder arrivare le stufe. Sugli ordini pre-stagionali, a maggio-giugno, almeno in parte sono riusciti a consegnare. Ma sulle nuove richieste c’è grandissima difficoltà».

Acciai e maioliche

«Noi abbiamo un po’ di magazzino, per ora riusciamo a gestire le richieste, ma so che in generale ci sono problemi con le forniture – riferisce dal canto suo Saccomandi –. Alcuni produttori ci spiegano che i rallentamenti sono legati da un lato al surplus di domande, dall’altro alla difficoltà di reperire le materie prime, dai metalli alle maioliche».

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Chi si affaccia in negozio, in molti casi, ha bisogno anche di «orientamento»: «Spesso il primo passo per noi è un’opera di informazione – aggiunge il rivenditore –. Per installare una stufa in casa vanno rispettate una serie di norme, ci sono delle certificazioni da conseguire. Le regole negli ultimi cinque anni in Lombardia sono molto cambiate, ai clienti vanno spiegate». Insieme al fatto che per avere l’impianto, con l’installazione e le verifiche del caso, ci vuole un po’ di tempo: «Oggi siamo su un mese e mezzo o due di attesa, ma su alcune stufe particolari i tempi possono anche allungarsi».

«Tanti anche in pianura hanno stufe a pellet in casa, magari come supporto al riscaldamento. Adesso si usano molto pure termostufe e termocaldaie, che producono acqua calda per gli usi domestici o per i termosifoni. È un mercato cresciuto moltissimo».

I combustibili

Se questo è lo scenario sul fronte dei generatori, l’altra faccia della medaglia è una corsa ad accaparrarsi legna da ardere o pellet, materiali che infatti da qualche tempo vedono i prezzi in netta e costante salita. «Tanti clienti si sono mossi un po’ prima, abbiamo raggiunto le vendite dell’anno scorso con tre mesi di anticipo», racconta Enza Picco, della Cerealsemi snc di Cividate al Piano. Collocazione che conferma come le stufe non siano solo cosa «di montagna»: «Tanti anche in pianura hanno stufe a pellet in casa, magari come supporto al riscaldamento. Adesso si usano molto pure termostufe e termocaldaie, che producono acqua calda per gli usi domestici o per i termosifoni. È un mercato cresciuto moltissimo».

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Quest’anno, visto l’andazzo, «abbiamo consigliato ai clienti abituali di muoversi in anticipo per legna e pellet, e il suggerimento in generale rimane di portarsi avanti ora che gli impianti non sono ancora accesi». Picco riassume così la situazione dal suo punto di vista: «Il pellet si trova ma costa di più, è andato sempre in crescendo da maggio ad oggi: siamo partiti da 5,50-6,50 euro per un sacco da 15 chili come prezzo per il cliente finale, attualmente siamo a 12,50. E non è ancora iniziato l’inverno». Mentre per la legna, oltre all’incremento di prezzo, la commerciante evidenzia anche difficoltà di reperimento: «Dai 180 euro a bancale siamo arrivati a 300-310 euro, sempre come prezzo di vendita al cliente – spiega Picco –. Poi spesso la ordiniamo e non arriva proprio». Un problema che sembra riguardare soprattutto le forniture dai Paesi dell’Est, importante mercato di origine del legname.

»Una situazione mai vista prima – è la sintesi di Cristina Mora, titolare della Ferramenta Mora Venanzio di Pedrengo e vicepresidente del Gruppo Ferramenta in Ascom –. Il prezzo della legna è aumentato almeno del 25-30%. Il pellet, che a noi arriva col contagocce, si è triplicato: dai 5 euro al sacco da 15 chili si è saliti mediamente ai 10-15 euro. E abbiamo conferma del prezzo due giorni prima della consegna: ci sono continue fluttuazioni al rialzo. Ci arrivano quotidianamente chiamate da clienti che chiedono se abbiamo legna e pellet disponibili, e a quali prezzi».

Il dubbio di speculazioni

A fronte dell’aumento «spaventoso» dei costi, Mora non nasconde che tra gli addetti ai lavori ci sia anche «la sensazione di speculazioni». Ma i fattori in gioco sono tanti. «Da un lato c’è senza dubbio l’aumento della richiesta: con la crisi energetica molte famiglie hanno deciso di optare per una fonte diversa. Poi c’è la diminuzione di materia prima, con calo delle forniture dai Paesi dell’Est; è probabile che anch’essi vogliano mantenere delle scorte interne. Infine l’aumento dei prezzi dei carburanti, che incidono anche sui costi di trasporto». Così, le ripercussioni della crisi del gas si fanno sentire anche su chi cerca alternative.

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