Green e digitali: 70 borse di studio per i nuovi dottorati innovativi

Dal Mur all’Università. Si tratta di progetti in buona parte cofinanziati dal territorio. Gli ambiti applicativi della ricerca spaziano a 360 gradi.

Salgono a 70 le borse di studio, per dottorati innovativi a connotazione industriale, assegnate per il 2022-2023 dal ministero all’ateneo bergamasco. Si tratta di progetti in buona parte cofinanziati dal territorio, segno di un rapporto sempre più stretto tra percorsi accademici e realtà imprenditoriali.

Gli ambiti applicativi della ricerca, in parte orientati dagli interessi delle aziende di casa nostra, spaziano a 360 gradi. E così le tematiche riguardano la sostenibilità ambientale, la digitalizzazione, l’invecchiamento della popolazione, le nuove tecnologie, l’attrattività territoriale e i nuovi modelli di business e organizzativi. E che le imprese abbiano bisogno di «nuova linfa», lo hanno ribadito i rappresentanti delle aziende (Abb, Ecolab, Cms, Indeva), intervenuti ieri alla presentazione dell’iniziativa, nell’aula magna del Campus di Ingegneria a Dalmine.

A fare sintesi ci ha pensato Giovanni Fassi, vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega alla Transizione digitale e all’innovazione: «Abbiamo bisogno di innovazione per rimanere sul mercato e per cercare di anticipare le tendenze di domani. Lo possiamo fare attraverso lo scambio continuo di competenze e esperienze. Finalmente l’aspetto saliente della collaborazione, tra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione, è stato recepito anche dal governo che oggi la sostiene con i fondi del Pnrr».

Ma i dottorati innovativi non si rivolgono esclusivamente alla realtà industriale: «La sfida è quella di considerarli una preziosa opportunità per i ricercatori – ha sottolineato il rettore Sergio Cavalieri - che possono concretizzarla sia nel tradizionale ambito accademico che in quello aziendale in senso lato».

Un’esperienza interessante in questo senso è nata, ad esempio, all’interno del Patronato San Vincenzo, con un percorso di ricerca nell’ambito delle scienze della persona e del nuovo welfare. L’obiettivo è quello di capire come la realtà aumentata possa essere applicata a dinamiche dell’approccio cognitivo per l’apprendimento delle misure di sicurezza: «Finora i nostri studenti, ma anche i lavoratori, affrontano il tema della sicurezza con la canonica lezione in aula – ha spiegato Denise Sabotti, responsabile Risorse umane dell’agenzia formativa del Patronato -. Ci piacerebbe invece che i ragazzi potessero riconoscere attraverso il mondo virtuale gli elementi di rischio per capirli e poi prevenirli nella realtà». E il dottorato innovativo, per il Patronato, è un valore aggiunto anche da un altro punto di vista: «Negli ultimi anni siamo diventati anche azienda che «accoglie» studenti per i tirocini di laurea triennale e specialistica. Avere tra noi – ha concluso don Marco Perrucchini – il livello più alto di formazione accademica, crediamo sia un ottimo esempio per i nostri ragazzi».

In questi mesi l’Università sta definendo sia i singoli progetti con le aziende, sia quelli multidisciplinari che coinvolgono attori diversi. Il bando per i dottorati sarà pronto entro meta giugno e il percorso di studio - che prevede un’esperienza dai sei ai 18 mesi nelle aziende e per lo stesso periodo in università estere - inizierà il prossimo primo novembre. L’importo della borsa di studio è di 1.500 euro, con un aumento del 50% per i soggiorni al di fuori dell’Italia.

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