In Bergamasca un’impresa su 10 fa capo a un titolare straniero

IL FENOMENO. In totale sono 9.961, cresciute del 30% negli ultimi 12 anni Una su 4 è a guida femminile. Spiccano commercio, edilizia e ristoranti.

Sono spesso piccoli negozi, dai parrucchieri ai bar, dai ristoranti etnici ai vestiti, ma sommati l’uno con l’altro restituiscono il quadro di una presenza importante nell’economia e capillare sul territorio. In Bergamasca, un’impresa su dieci fa capo a un cittadino di nazionalità straniera: più nel dettaglio sono 9.961 le «imprese immigrate», il 10,8% delle imprese presenti in provincia di Bergamo. È la fotografia scattata dal nuovo «Rapporto immigrazione e imprenditoria», curato dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con Cna, e con dati aggiornati a fine 2022. A Bergamo come nel resto della Lombardia, sottolinea il report, «l’iniziativa imprenditoriale dei lavoratori di origine immigrata si inserisce attivamente in un contesto economico locale già caratterizzato ad una vivace inclinazione imprenditoriale, contraddistinguendosi inoltre per un notevole dinamismo in termini di crescita numerica».

Un’evidenza confermata da più parti, considerando che già nei mesi scorsi il rapporto annuale della Fondazione Leone Moressa – altro osservatorio tra i più attenti sui temi dell’immigrazione – indicava un +30,5% di «imprenditori immigrati» in Bergamasca nel giro degli ultimi dodici anni. Il dossier Idos traccia un identikit dettagliato su questi imprenditori. Delle 9.961 «imprese immigrate» presenti a fine 2022 in Bergamasca, l’82,8% è guidata da cittadini di nazionalità extra-europea; complessivamente, invece, il 24,4% è a conduzione femminile. Un dato quest’ultimo che spicca, se si considera invece che il totale delle imprese bergamasche vede «solo» un 20% di aziende a guida femminile.

Complessivamente in Lombardia le imprese con titolari di nazionalità straniera sono 123.950: la parte del leone la fa Milano, con ben 60.888 imprese (pari al 16% del totale delle imprese milanesi, l’incidenza più alta tra le province lombarde), seguita da Brescia (14.401 imprese) e poi appunto Bergamo.

Le categorie di inserimento

Quanto al settore in cui operano le imprese guidate da cittadini stranieri in Bergamasca, il 26,8% di queste realtà (più di una su quattro) è inserita nel comparto del commercio, ma spiccano anche le costruzioni (22,9%); seguono poi gli alberghi e i ristoranti (10,9% del totale), le imprese della manifattura (9,3%) e quelle attive nei servizi alle imprese (6,4%). Ben 6.956 di queste realtà economiche (quasi il 70%) sono imprese individuali: le nazionalità più rappresentate sono Marocco (18,2%), Cina (10%), Romania (9,1%), Albania (8,1%), Senegal (5,7%), Pakistan (5,6%). Complessivamente in Lombardia le imprese con titolari di nazionalità straniera sono 123.950: la parte del leone la fa Milano, con ben 60.888 imprese (pari al 16% del totale delle imprese milanesi, l’incidenza più alta tra le province lombarde), seguita da Brescia (14.401 imprese) e poi appunto Bergamo.

«Dal nostro lavoro – sottolinea Luca Di Sciullo, il presidente del Centro studi e ricerche Idos – emerge chiaramente la notevole convenienza, per l’Italia, nel promuovere e rendere quanto più solido il sistema delle imprese immigrate sul territorio, nella misura in cui costituiscono una potenziale e fisiologica rete-ponte tra l’economia e il mercato italiani e i Paesi e le aree di origine degli imprenditori immigrati. Una rete di ponti già operante “in casa”, che ha dato buona prova di resilienza anche in periodi di crisi globale e che conferirebbe uno strategico respiro internazionale a un sistema interno ancora oltremodo chiuso, indebolito e bisognoso di innovazione e respiro internazionale».

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