Mais, 2022 disastroso produzione giù del 25%

Agricoltura. Venerdì dati e scenari nella Giornata Crea. Condizioni meteo e rincari hanno zavorrato i raccolti.

Il 2022 è stato un annus horribilis per il mais, che nella nostra provincia ha subìto un vero tracollo registrando un calo del 25% sul totale della produzione rispetto all’anno precedente. Le cause sono da attribuire certamente al meteo, ma occorre sottolineare anche la contrazione delle superfici coltivate a mais nella Bergamasca: i dati Istat indicano infatti che siamo passati da 8.780 ha nel 2021 a 8.000 nel 2022, con una diminuzione di quasi il 10%. Le problematiche del comparto verranno affrontate venerdì al Kilometro Rosso, dove il Crea (Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali) di Bergamo ha organizzato la «Giornata del Mais 2023-2027».

«Il tema di questa edizione si focalizzerà sul futuro di questa coltura in Italia dopo un anno difficile come il 2022 e con l’entrata in vigore delle disposizioni previste dalla nuova Pac – commenta Sabrina Monica Locatelli, responsabile della sede orobica del Crea -. Esporremo anche i dati delle sperimentazioni Crea con le reti nazionali di confronto varietale, Rete Qualità Mais e le nuove varietà iscritte al registro. Auspichiamo che l’incontro di Bergamo, che vede protagonisti ricercatori e i principali attori della filiera maidicola, possa individuare strategie utili alla ripresa di questa coltura tanto preziosa».

Nel 2022 le semine sono partite con grande incertezza a causa dell’aumento dei costi di produzione, tra rincari per energia, concimi e fertilizzanti. «Il clima torrido e il deficit idrico non hanno certamente aiutato lo sviluppo vegetativo – fanno presente dal Crea -. In Lombardia e in Veneto, dove non si è potuto irrigare, si è deciso di anticipare di circa un mese la trinciatura delle piante destinate a diventare mangime o materia prima per il biogas. Le condizioni climatiche hanno infine inciso fortemente sulla qualità sanitaria della granella in termini di contaminazione da micotossine».

Venerdì al centro delle professioni del Kilometro Rosso si cercherà di dare risposte alle criticità del settore, grazie agli interventi, coordinati da Carlotta Balconi del Crea e Silvio Salvi di Unibo, di Dario Frisio che traccerà il quadro di riferimento economico del mais, seguito da Stefano Corsi di Unimi sulla sostenibilità economica del mais, da Gabriele Canali di Unicatt sulla strategia della filiera italiana e da Cesare Soldi di Ami sulla Pac.

Paola Battilani di Unicatt e Serena Varotto di Unipd modereranno poi la seconda sessione che approfondirà, grazie a tre esperti Crea, le varietà del mais con Gianfranco Mazzinelli, il monitoraggio delle micotossine a cura di Sabrina Locatelli e le nuove iscrizioni al registro nazionale del mais con Anna Giulini. Nicola Pecchioni, direttore del Crea, chiuderà il convegno con una tavola rotonda con gli interventi di Gianfranco Pizzolato (Aires), Giulio Gavino Usai (Assalzoo), Gianmichele Passarini (Cia), Ermes Sagula (Coldiretti), Fausto Nodari (Confagricoltura), Luca Casoli dei Consorzi fitosanitari di Modena e Reggio Emilia, Paolo Dino Formigari (Copagri), Cesare Baldrighi (OriGIn Italia) e Amedeo Reyneri (Unito).

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