Economia / Bergamo Città
Martedì 25 Novembre 2025
Ricatti e molestie, «nelle aziende rischio ignorato»
LA DENUNCIA. La violenza di genere per le aziende lombarde è «un rischio non percepito» e solo nel 15% dei luoghi di lavoro il pericolo di molestie e violenze è considerato «abbastanza/molto alto».
Lo rivela la ricerca «Prevenzione e contrasto alle violenze e molestie nei luoghi di lavoro» promossa da Cisl Lombardia e realizzata da BiblioLavoro (il centro studi del sindacato). Lo studio ha sottoposto un questionario a 428 Rls (Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) operanti in altrettante imprese del territorio, che occupano complessivamente oltre 336 mila addetti. Gli intervistati (per il 72,5% uomini) hanno in media 50 anni e nel 52,6% dei casi operano in grandi imprese con oltre 250 dipendenti, un campione rappresentativo di tutti i settori: agricoltura, silvicoltura e pesca; alberghiero-ristorazione-turismo; attività bancarie, finanziare e assicurative; carta, editoria e stampa; commercio; comunicazione e Ict; edilizia e legno; energia e ambiente; industria agro-alimentare; industria chimico-farmaceutica; industria metalmeccanica; industria tessile e moda; informatica e programmazione; pubblica amministrazione; sanità e socio-assistenziale; trasporto e logistica.
Gli intervistati hanno evidenziato, in particolare, «l’assenza di interventi di prevenzione, l’insufficiente valutazione dei rischi, il basso livello di consapevolezza sia fra il management che fra i lavoratori, la carenza di formazione e la permanenza di un clima che scoraggia le denunce»
Gli intervistati hanno evidenziato, in particolare, «l’assenza di interventi di prevenzione, l’insufficiente valutazione dei rischi, il basso livello di consapevolezza sia fra il management che fra i lavoratori, la carenza di formazione e la permanenza di un clima che scoraggia le denunce». Eppure, spiega il sindacato «il fenomeno è in crescita, come dimostrano anche i dati Inail: nel 2023 in Italia sono stati registrati 6.813 casi (di cui il 18,2% in Lombardia) di aggressioni o minacce riconosciuti come infortuni sul lavoro, con un aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. Tra le donne la crescita è stata ancora più marcata (+14,6 %)». «Colpisce, in particolare, che circa la metà delle imprese non inserisca le violenze e le molestie fra i fattori da considerare nel Documento di valutazione dei rischi previsto dalla normativa - commenta Roberta Vaia, segretaria di Cisl Lombardia -. Si conferma l’urgenza di ampliare la formazione per gli Rls, le lavoratrici e i lavoratori e accanto a ciò è necessario che le azioni di contrasto trovino sempre più posto nella contrattazione anche di secondo livello».
La ricerca segnala anche la scarsa consapevolezza sul tema del management, giudicato «assente» nel 18% dei casi o comunque «basso» nel 39%. Solo il 10,3% ha un livello di consapevolezza «molto alto». A ciò si somma una scarsa consapevolezza da parte dei lavoratori, con un livello considerato «assente o basso» nel 57,7% delle imprese e un clima che nel 49,1% dei casi scoraggia la denuncia, mancando procedure per la segnalazione di episodi di violenza o molestia.
«La violenza di genere attraversa anche il mondo del lavoro - spiega il sindacato in un a nota - ricatti, molestie, disparità salariali, carriere bloccate, precarietà che diventa vulnerabilità»
«La violenza contro le donne non è un’emergenza improvvisa, ma una struttura: un sistema di disuguaglianze che limita libertà, dignità, autonomia» ricorda Fiom-Cgil Bergamo che rinnova, anche per quest’anno, il contributo associazioni Aiuto Donna, Fior di Loto, La Melarancia Odv e all’associazione Vento di Terra, impegnata in Palestina, Cisgiordania, Striscia di Gaza e in interventi umanitari rivolti anche a comunità siriane e afgane. «La violenza di genere attraversa anche il mondo del lavoro - spiega il sindacato in un a nota - ricatti, molestie, disparità salariali, carriere bloccate, precarietà che diventa vulnerabilità», sottolineando il necessario «impegno nelle fabbriche, negli uffici e nei territori per formare, prevenire, contrattare, sostenere».
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