Economia / Bergamo Città
Domenica 02 Novembre 2025
«Sicurezza sul lavoro, il badge di cantiere è un passo avanti». Resta il nodo controlli»
LE NUOVE MISURE. Dal tesserino di riconoscimento alle sanzioni raddoppiate: le novità del decreto legge. I sindacati: si doveva fare di più anche per i subappalti.
Le regole, come sempre, partono dalla carta. Il vero bilancio si potrà fare solo in futuro, alla concreta prova dei fatti, ma le prime sensazioni paiono incoraggianti, soprattutto in un settore delicato. Il nuovo decreto legge varato nei giorni scorsi per rafforzare la sicurezza sul lavoro, in particolare in edilizia, introduce misure attese. Una su tutte: anche sui cantieri arriverà il badge. Che può sembrare qualcosa di scontato, ma è in realtà uno strumento fin qui mai utilizzato: il provvedimento fissa infatti l’obbligo in capo ai datori di lavoro – sia pubblici sia privati, in appalto o subappalto – di fornire ai lavoratori un documento di riconoscimento con tutti i dati identificativi e un codice univoco anticontraffazione. E ancora, vengono inasprite le sanzioni per le aziende e gli autonomi privi della «patente a crediti», la misura obbligatoria da oltre un anno che ha istituito un meccanismo di bonus e malus a seconda di comportamenti virtuosi o rischiosi: le multe, per chi non ne è in possesso, raddoppiano passando da 6mila a 12mila euro; in caso di incidente con morte o inabilità permanente del lavoratore, l’azienda vedrà sospesa per un anno la propria attività.
Guatterini (Ance): misure positive, fondamentale che siano applicate con equilibro
I costruttori
Il decreto introduce inoltre miglioramenti nella formazione in materia di sicurezza, che sarà regolata attraverso un nuovo accordo Stato-Regioni, con il coinvolgimento delle parti sociali». Il decreto mira a potenziare anche la sorveglianza sanitaria e il tracciamento dei «mancati infortuni»
Renato Guatterini, presidente dell’Ance Bergamo, l’associazione dei costruttori edili, mette in luce gli aspetti finora più interessanti del testo, in attesa della conversione in legge: tra gli elementi più significativi ci sono «l’ampliamento del bonus Inail legato all’andamento infortunistico e l’estensione dell’obbligo del tesserino di riconoscimento a tutti i settori considerati rischiosi». «È un passo importante – sottolinea Guatterini – perché la sicurezza non può essere una prerogativa solo dell’edilizia, ma un principio condiviso da tutti i comparti produttivi coinvolti in un cantiere. Positivo anche il fatto che l’Inail potrà finanziare l’acquisto di dispositivi di protezione innovativi per micro, piccole e medie imprese, una misura che sostiene le aziende e promuove l’adozione di tecnologie avanzate per la prevenzione degli incidenti. Il decreto introduce inoltre miglioramenti nella formazione in materia di sicurezza, che sarà regolata attraverso un nuovo accordo Stato-Regioni, con il coinvolgimento delle parti sociali». Il decreto mira a potenziare anche la sorveglianza sanitaria e il tracciamento dei «mancati infortuni» (situazioni in cui non si è arrivati all’incidente e che devono essere analizzate per migliorare la sicurezza», ambiti «nei quali la collaborazione con gli organismi paritetici si è già dimostrata efficace, come avviene da tempo a Bergamo grazie alla Scuola Edile e a quanto già previsto dal contratto collettivo dell’edilizia industria – conclude Guatterini -. È evidente che siamo favorevoli ad ogni passo avanti verso una cultura della prevenzione, dell’innovazione e della collaborazione. Resta tuttavia fondamentale che le nuove disposizioni siano applicate con equilibrio, in modo proporzionato, graduale e semplificato, per garantire la tutela dei lavoratori e la sostenibilità organizzativa delle imprese. Attendiamo la conversione parlamentare e i decreti attuativi per valutare nel dettaglio le modalità operative di questa riforma».
La Cisl: bene, ma non basta. La Cgil: la patente a crediti finora poco attuata. La Uil: più verifiche.
I sindacati
Tra i sindacati si evidenziano luci e ombre. «Ben venga il badge di cantiere – commenta Marco Bonetti, segretario generale della Fillea-Cgil Bergamo -: permetterebbe di far emergere situazioni poco trasparenti e anche di efficientare la rendicontazione delle ore lavorate. Nel complesso, però, il mio giudizio è attenuato, perché vorremmo capire in che modo questo decreto è davvero innovativo: la patente a crediti, ad esempio, finora non è stata attuata da molte aziende, perché si preferisce pagare le sanzioni piuttosto che attivarle. Inoltre, si doveva fare di più contro i subappalti a cascata, una delle criticità maggiori». Per Luca Legramanti, segretario della Cisl Bergamo, «sicuramente il provvedimento contiene interventi importanti. Il badge è utile: spesso quando ci sono dei contenziosi è difficile provare la presenza dei lavoratori e il conteggio delle ore, questo potrebbe essere un mezzo per risolvere e prevenire queste situazioni. Tutto ciò che va verso maggiore regolarità, specie in un settore così complesso, è positivo. Ovviamente non basta una norma per risolvere i problemi: è decisivo continuare a valorizzare la bilateralità (gli enti partecipati da datori di lavoro e sindacati, ndr)». «Nell’edilizia – ragiona Giuseppe Mancin, segretario generale della Feneal Uil Bergamo – le norme non sono mai abbastanza. Il badge lo proponevamo da anni, specie nei grandi cantieri, per verificare l’entrata e l’uscita delle persone: sapere chi accede al cantiere è fondamentale, e l’eventuale incrocio dei dati con il sistema della bilateralità (le casse edili sono legate a questo mondo, ndr) può permettere un riscontro immediato su contratti e contribuzione. Specie nei subappalti a cascata, questo controllo viene invece a mancare. Ora vedremo come verrà applicato davvero questo decreto: la questione di fondo è sempre quella dei controlli, per evitare che alla fine ci sia il caporale di turno che gestisce i badge».
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