Covid, Londra
specchio
di malintesa
libertà

La Gran Bretagna di questi giorni è l’esempio tangibile di un malinteso senso di libertà. Soprattutto i no vax e i no Green pass nostrani dovrebbero rifletterci sopra invece di occupare i porti e gridare alla dittatura sanitaria. Come è noto il Regno Unito è nel mirino di una terza ondata gravissima, che registra 200 morti al giorno nonostante la doppia vaccinazione di gran parte della popolazione grazie al vaccino creato nei laboratori di Cambridge AstraZeneca. I contagi sono alle stelle e hanno raggiunto l’altro giorno il picco di 50mila.

I consiglieri scientifici e medici continuano a sollevare la questione chiedendo misure restrittive urgenti, ma il premier Boris Johnson continua ad assicurare che tutto è sotto controllo e parlare di «soglia di morti tollerabile». Se ne è andato pure in vacanza, per rassicurare i sudditi di Sua Maestà (perché la politica, in tutto il mondo, è rappresentazione), senza ovviamente rassicurarli.

L’orientamento di Downing Street è quello di puntare alla terza dose di vaccini, anche se la distribuzione sta andando molto a rilento. Insomma, Johnson e i suoi ministri non si curano particolarmente dei contagi e dei morti, hanno previsto un blando piano B nel caso la situazione precipitasse (ma sta già precipitando) e nient’altro. «Bojo» ritiene più importante la libertà degli inglesi e la ripresa economica dell’Isola perché i dati macroeconomici stanno andando a picco, a cominciare dall’export, anche per via degli intoppi doganali e burocratici creati dalla Brexit.

Del resto il premier lo aveva già detto mesi fa, quando rispose in una conferenza stampa alla domanda su come mai la Gran Bretagna era indietro rispetto all’Italia, affermando che il nostro Paese è avanti nella lotta al virus semplicemente perché agli italiani non preme la libertà come agli inglesi.

Il risultato è quello che abbiamo sotto gli occhi. Nella giornata di lunedì i nuovi casi nel Regno Unito sono stati 49.156; in Italia 1.597; in Francia 1.057; in Germania 4.056. L’Inghilterra continua a camminare sui cadaveri vantandosi di sacrificare la lotta al Covid all’altare della libertà, quella libertà tanto cara all’ex impero britannico e celebrata dai suoi filosofi, da Hume a Locke e Hobbes, mentre l’Italia, come ha detto ieri Draghi, vede la luce in fondo al tunnel grazie a una formidabile campagna di vaccinazione condotta da un generale degli alpini e una serie di misure restrittive graduali che contribuiscono ad arginare i colpi di coda del virus e delle sue varianti. Del resto, basterebbe citare le parole del presidente Mattarella, che in risposta a Johnson disse che gli italiani amano la libertà ma anche la serietà. Per la libertà si può dare anche la vita ma non c’è libertà che valga una sola vita, non esiste una soglia tollerabile di morti. Le cause della diffusione del virus nell’Isola infatti sono ben chiare. A parte il diffondersi di una misteriosa nuova variante, le ragioni principali sono l’assenza dell’obbligo di mascherine e di altre misure restrittive, come il distanziamento. Limiteranno anche la libertà individuale, ma proteggono. Nel Regno Unito ci si ammassa allegramente in metrò, al ristorante, ovunque si voglia senza alcun divieto e alcuna prudenza. Nei giorni scorsi affollatissime convention hanno imperversato un po’ in tutto il Paese. Come quella – affollatissima - dei conservatori, in cui si sono viste decine di migliaia di persone accalcate l’uno con l’altra e l’unica mascherina, a quanto pare, s’era vista sul viso dell’ambasciatrice francese. E il bello è che le cose andranno a peggiorare: stanno per arrivare le attesissime feste di Halloween, vere e proprie bolge dantesche dove il Covid agirà indisturbato. Ah, la libertà! Che gran cosa! Anche se profuma di morte, proprio come Halloween.

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