Gaza, il ruolo dell’Italia: Mattarella mediatore

MONDO. «Sono complice dell’accordo di pace». Giorgia Meloni, pronta a partire per l’Egitto per la firma dell’accordo di pace cui è stata invitata, non si priva di rispondere polemicamente a quanti l’hanno denunciata per «complicità nel genocidio», azione che evidentemente l’ha ferita.

Tanto è vero che, in un comizio in Toscana, la premier ha voluto ripetere i ringraziamenti a Trump e il riconoscimento dell’efficacia del lavoro diplomatico «silenzioso e costante» per affrontare e risolvere la strage nella Striscia. «Hamas non firma la pace per Landini né per la Albanese che insulta la Segre - ha detto - né per Greta e la Flotilla!». In sostanza il governo italiano riconosce molto volentieri a Trump il merito di aver fatto la differenza nella guerra israelo-Hamas e la presidente del Consiglio, che è rimasta in contatto con Washington per l’intera notte fra mercoledi e giovedi, ha subito voluto dichiarare il suo ringraziamento al presidente Usa. E anche in questo caso da Palazzo Chigi e dai partiti del centrodestra filtra una soddisfazione gonfia di critiche «a quanti descrivono Trump come un pazzo criminale» che invece avrebbe meritato, dice Antonio Tajani, il Nobel per la Pace, se non quest’anno, almeno nel 2026 (la Lega ha firmato una mozione al Parlamento italiano e a quello europeo per proporlo).

Capitolo posizionamento dell’Italia nella fase post accordo. Il governo, forte della nostra storica capacità di dialogo nei confronti di entrambi i fronti, mira ad occupare un posto nel board che governerà provvisoriamente la Striscia e che sarà capeggiato da Tony Blair.

L’Italia vuol essere in prima fila nella ricostruzione di quanto è andato distrutto sotto i bombardamenti e offre una partecipazione militare all’operazione di peacekeeping di livello sovranazionale che dovrebbe essere varata nella seconda fase dell’accordo. Peraltro i nostri Carabinieri sono presenti dal gennaio 2025 al valico di Rafah e ieri hanno avuto disposizione

L’Italia vuol essere in prima fila nella ricostruzione di quanto è andato distrutto sotto i bombardamenti e offre una partecipazione militare all’operazione di peacekeeping di livello sovranazionale che dovrebbe essere varata nella seconda fase dell’accordo

di riprendere la loro attività nella struttura logistica del passaggio fra l’Egitto e la Striscia. Lo ha detto il ministro Crosetto che ha dato notizia del fatto che dal 14 ottobre il valico, ristrutturato in tempi rapidi dagli israeliani, sarà riaperto alternativamente nelle due direzioni, e i Carabinieri saranno al loro posto per garantire controllo e ordine pubblico. Peraltro più volte il governo ha fatto sapere di aver contribuito a sostenere i gazawi finora con circa 2mila tonnellate di aiuti umanitari, cibo e medicine da distribuire alla popolazione affamata e stremata, ricordando peraltro che l’Italia è il Paese che ospita il più alto numero di profughi palestinesi e di bambini che vengono curati nelle nostre strutture ospedaliere, a cominciare dall’ospedale Bambino Gesù di Roma. Sono i canali diplomatici che, con la mediazione del Cardinale Pizzaballa erano stati messi a disposizione dei Pro-Pal della Flotilla per far giungere ai palestinesi le loro 40 tonnellate di aiuti, offerta rifiutata dagli attivisti che hanno preferito provare a forzare il blocco navale (non è chiaro che fine abbiano fatto quegli aiuti).

Questo per quanto riguarda il governo. Le opposizioni nelle loro dichiarazioni, evitano di riconoscere l’azione risolutrice di Trump e chiedono (Schlein) «il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell’occupazione illegale in Cisgiordania». Conte se la prende invece direttamente con il governo che a suo giudizio «fingerebbe» di aver avuto un ruolo nella vicenda, ma nello stesso tempo assicura che non si opporrà all’invio di militari per una operazione di pace.

A tutti parla Mattarella ricordando che senza una prospettiva politica offerta ai palestinesi, che vanno coinvolti, non ci sarà mai una vera pace dopo le tante sofferenze che lasciano una scia di rancore soprattutto nelle nuove generazioni. La soluzione «dei due popoli due Stati», tradizionalmente sostenuta dall’Italia, è stata ancora una volta rilanciata dal Capo dello Stato.

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