Il sistema di potere di Putin barcolla

MONDO. Barcolla il sistema di potere creato da Vladimir Putin. Ormai in pochi fra gli alti funzionari dello Stato si sentono al sicuro. Il giallo, collegato con la morte dell’ex ministro dei Trasporti, ha scoperchiato una situazione che presto potrebbe diventare un pericolo per lo stesso capo del Cremlino.

Dall’inizio dell’intervento armato russo in forze in Ucraina nel febbraio 2022, oltre una ventina sono gli alti ufficiali del potere federale che hanno perso la vita in maniera strana. A loro vanno aggiunti un paio di dozzine di manager di rilievo dell’industria energetica. Sorge subito una domanda: come è possibile che vi sia una moria del genere nell’establishment del gigante slavo? Pure coincidenze o c’è qualcos’altro? Sembra quasi che la Russia sia tornata indietro di decenni, al periodo delle lotte intestine successive alla Rivoluzione d’ottobre. Aggiungiamo poi che se prima del 2022 un alto papavero era beccato con le mani nel sacco (leggasi corruzione) veniva fatto uscire di scena senza troppo clamore, quindi, dopo qualche tempo nell’ombra, andava a godersi la vita all’estero.

Adesso non è più così. Si finisce in manette e si prendono condanne pesantissime di detenzione che nemmeno durante lo stalinismo venivano comminate. Nelle alte sfere regna pertanto la massima incertezza e si lavora per la sopravvivenza. La lealtà e l’impegno non garantiscono più nulla. Lo stesso dicasi per la «kriscia», ossia il tetto, la protezione del potente di turno. L’imprevedibilità la fa da padrone sullo sfondo di spallate tra gruppi finanziari e di influenza avversari. Colpisce l’ultimo lutto in ordine di tempo. Lunedì mattina il Cremlino licenzia il ministro dei Trasporti senza fornire - sorprendentemente - spiegazioni ufficiali. Tutti pensano che tale scelta sia stata causata dal «collasso» che ha paralizzato treni e aerei a Mosca e a San Pietroburgo durante il passato weekend. Nel primo pomeriggio, sempre di lunedì, giunge la notizia che il corpo di Roman Starovoit è stato ritrovato senza vita. L’elemento che lascia attoniti è che fonti attendibili, citate dalla (timorosa) stampa russa, hanno riferito che il cadavere dell’ex ministro era stato trovato, in realtà, due giorni prima, ossia sabato. Sabato?

Lunedì mattina il Cremlino licenzia il ministro dei Trasporti senza fornire - sorprendentemente - spiegazioni ufficiali. Tutti pensano che tale scelta sia stata causata dal «collasso» che ha paralizzato treni e aerei a Mosca e a San Pietroburgo durante il passato weekend. Nel primo pomeriggio, sempre di lunedì, giunge la notizia che il corpo di Roman Starovoit è stato ritrovato senza vita

La versione più accreditata dagli inquirenti della morte è il suicidio. Starovoit non era una persona qualsiasi, basta leggere la sua biografia. Era di fatto il rappresentante dei Rotenberg, amici del presidente. Le motivazioni del possibile gesto estremo non sono chiare. La più verosimile è che Starovoit, già governatore della regione di Kursk tra il 2018 e il 2024, stesse per essere arrestato per corruzione. Avrebbe intascato mazzette per la costruzione delle fortificazioni nella regione di Kursk, assaltata poi dagli ucraini, con successo, nell’agosto 2024. Il suo vice avrebbe fornito prove contro di lui. A questo punto Starovoit l’avrebbe fatta finita. Sarà veramente andata così? Mah...

Lasciando da parte i troppi casi di quanti sono caduti dalle finestre costantemente aperte, una morte - rimasta senza risposte - è quella di Evghenij Prigozhin, amico personale del capo del Cremlino e fondatore della compagnia di mercenari «Wagner», colui che, nel giugno 2023, iniziò una ribellione armata, inscenando una «marcia per la giustizia».Il suo aereo è esploso misteriosamente in volo, dopo essere partito da Mosca, due mesi dopo. I media hanno raccontato delle tante corone di fiori anonime, recapitate al cimitero per il funerale. Forse dovrà sorgere in Russia una nuova epoca per essere sicuri della verità su tutte queste morti eccellenti.

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