
(Foto di San Marco)
Il commento. In attesa che il ministro della Giustizia Nordio ne decida il destino, a Bergamo capita che le intercettazioni siano a rischio per colpa di una «ciabatta». L’alimentazione dei server delle apparecchiature di captazione è tutta convogliata in un’unica presa elettrica multipla del costo di pochi euro, che allo stato dei fatti risulta più insidiosa dei progetti del nuovo inquilino di via Arenula.
L’eventualità di un sovraccarico o di un blackout non è infatti del tutto campata per aria a proposito di strumenti obsoleti, soggetti al fenomeno di surriscaldamento dal momento che sono stipati in poco spazio al piano terra della Procura e debbono funzionare 24 ore per ogni giorno della settimana. La vicenda è più emblematica che paradossale. Racconta di una giustizia su cui ci si affanna a confezionare grandi riforme sulla carta senza avere la percezione delle piccole cose che ne permettono il funzionamento. Intendiamoci, la mistica del minuto mantenimento è miope e stucchevole e una rivisitazione del modello giudiziario è sacrosanta, oltre che necessaria. Perché la macchina dei processi e delle indagini e quella delle cause civili pare pure lei obsoleta, come le apparecchiature appese alle bizze della «ciabatta» di piazza Dante.
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