La protesta dei trattori, ricuciture e tensioni

ITALIA. Il governo e la maggioranza stanno riuscendo ad assorbire la protesta dei trattori e a ricucire (per il momento e fino alla prossima occasione) le divisioni elettorali tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Il primo atto di questa iniziativa politica è stata la reintroduzione dell’esenzione dall’Irpef per i redditi agricoli fino a 10mila euro (a suo tempo cancellata dal ministro dell’Economia Giorgetti con l’accordo di tutti ma poi contestata da Salvini quando i trattori si sono messi in movimento). Siccome alla Lega questo passo indietro non bastava, ieri è stato aggiunto anche uno sconto del 50% per i redditi agricoli tra i 10 e i 15mila euro in un provvedimento ristretto agli agricoltori professionali e ai coltivatori diretti ma di cui dovrebbero beneficiare la quasi totalità delle aziende.

In un primo momento il capo della Lega, da una riunione convocata ad hoc in contemporanea con l’esame del decreto Milleproroghe che conterrà l’emendamento studiato da Giorgetti e Lollobrigida, si lamentava che comunque «non basta, serve di più»; in seguito - deve esserci stato qualche colloquio telefonico Palazzo Chigi-via Bellerio - lo stesso Salvini chiudeva la giornata dicendosi soddisfatto: «Hanno fatto quello che chiedevamo noi».

Come si vede è un botta e risposta che non si quieta mai e che rischia di logorare sia l’azione del governo sia la tenuta della maggioranza: i conti comunque si faranno a giugno, alle elezioni europee, e si capirà se questa tattica applicata da Salvini - che l’ha sperimentata ormai diverse volte - avrà fruttato alla Lega qualche voto in più rispetto a Fratelli d’Italia. In ogni caso Giorgia Meloni, evidentemente per non dare la stura ad altre polemiche interne, ha finito per prendersela con l’Europa, dicendo «che non ha capito niente chi pensa di salvare l’ambiente contro gli agricoltori» e che a Bruxelles «scambiano la transizione ecologica per la transizione ideologica» mentre il governo italiano la pensa esattamente come gli agricoltori e qualche volta riesce anche a spuntarla come nel caso dei fitofarmaci (la Commissione, di fronte alle proteste in tutta Europa, ha deciso che ritirerà l’ambiziosissimo progetto di legge che abbatteva la percentuale dell’uso dei pesticidi, i più pericolosi anche del 50”%).

In ogni caso, con i trattori ormai la tensione sembra sciogliersi, almeno con una parte di loro, quella ricevuta dal ministro Lollobrigida e che fa capo ad un raggruppamento chiamato «Riscatto agricolo» pronto a togliere le tende dopo le decisioni del governo e l’apertura dei tavoli tecnici per discutere delle altre questioni sul tappeto, soprattutto sul prezzo riconosciuto ai produttori e sull’obbligo di lasciare incolto il 4% del terreno per consentire la rotazione delle colture. «Riscatto agricolo» però non rappresenta l’ala «dura» che si prepara - con l’attiva partecipazione dell’estrema destra di Forza Nuova e di uno dei suoi capi, tal Castellino, già segnalatosi nell’assalto alla sede della Cgil - a riempire il Circo Massimo nella giornata di venerdì con, dicono, ventimila mezzi pesanti. C’è da chiedersi come possano le autorità dei Beni culturali concedere un simile permesso che metterebbe a rischio la stabilità delle strutture residue del Circo e persino i soprastanti palazzi imperiali del Palatino.

© RIPRODUZIONE RISERVATA