
(Foto di ansa)
MONDO. Sarà una commissione d’inchiesta a stabilire le cause del grande blackout che lunedì scorso ha paralizzato Spagna, Portogallo e parte della Francia.
Escluso l’attacco informatico, fra le ipotesi più accreditate due disconnessioni con cali di tensione nella fonte di generazione solare dell’energia: la seconda, con una ricaduta a domino, avrebbe superato la capacità di risposta del sistema.
L’effetto è stato un salto indietro nel tempo: aerei e treni fermi, wifi, telefonini e carte di credito inutilizzabili, generando un senso di panico e di isolamento. Il nostro mondo si regge ormai sulle comunicazioni veloci e sulle informazioni costantemente in diretta, un sistema che dipende da una risorsa che diamo per scontata, la corrente elettrica. Ci sono invece luoghi sperduti del mondo dove questo bene, nell’anno 2025, non è ancora arrivato. O dove veniva prodotto e distribuito ma è stato cancellato, come nei teatri di guerra, proprio perché la vita quotidiana si regge sul presupposto dei rifornimenti.
L’Ucraina oggi ha perso il 60% della capacità di produrre corrente perché le centrali elettriche vengono bombardate dagli invasori ripetutamente da oltre tre anni: secondo il diritto internazionale queste azioni costituiscono un crimine di guerra proprio perché la corrente è vitale, ad esempio permettendo l’attività di ospedali e scuole. Inoltre la centrale nucleare civile di Zaporizhzhia, che produceva il 30% di elettricità per il Paese, dal marzo 2022 è occupata dall’esercito del Cremlino. Non vuole liberarla nemmeno nel caso di un accordo di pace: chi controlla le fonti di energia di uno Stato ne condiziona la vita quotidiana. Ma anche l’esercito israeliano ha colpito l’unica centrale elettrica di Gaza e la corrente che arriva dall’esterno della Striscia viene rifornita con il contagocce.
Dai primi esperimenti di 2000 anni fa, fino alle scoperte scientifiche che hanno introdotto l’idea di «energia pulita», la storia di chi ha inventato l’elettricità è un affascinante percorso che attraversa i secoli e giunge a noi, agli interruttori delle nostre case. Grazie a luminari della scienza come Benjamin Franklin, Charles Augustin de Coulomb e Charles du Fay, la corrente ha avuto le sue prime applicazioni in campo pratico. Ma è nel 1800, con gli studi di Luca Galvani e Alessandro Volta in seguito, che viene creata una pila elettrica alternata. I consumi sono andati crescendo di cento volte con due balzi: prima la rivoluzione industriale dal 1760 e poi quella digitale, in particolare dal 1999 quando quasi tutti i Paesi hanno avuto a disposizione una connessione ad internet. Nel 2022 la produzione mondiale di elettricità è stata di 29.165,2 terawattora. Secondo l’Agenzia statistica e analitica del Dipartimento dell’energia degli Usa, il consumo crescerà del 50% entro il 2050. La domanda è influenzata da diversi fattori, fra i quali la crescita demografica, l’industrializzazione e l’elettrificazione di settori come il trasporto. Inoltre influisce l’aumento della domanda da ambiti quali i data center e dalle attività legate all’Intelligenza artificiale.
Ovviamente i Paesi industrializzati sono anche i più energivori e i più inquinanti: hanno il 15% della popolazione globale ma bruciano il 50% dell’energia prodotta ogni anno nel mondo. Lo Stato che consuma meno elettricità è la Somalia, dilaniata da una lunga guerra, dal terrorismo islamista e dalla povertà più nera. Basta aver viaggiato in uno Stato in guerra o a basso sviluppo tecnologico per comprendere come la corrente sia un bene non scontato e prezioso: in quei contesti bisogna andarla a cercare in luoghi dotati di generatori a gasolio, non arriva comodamente nelle case. Blackout come quello avvenuto lunedì in Spagna gettano nel panico perché tutta la nostra vita è energia-dipendente e diamo per assodato di poterne disporre senza limiti, grazie ad efficienti sistemi di produzione e di distribuzione. Ma gli stessi sistemi hanno fragilità non sempre percepite: è sufficiente un guasto in un canale per riportarci indietro nel tempo. Poco nota è la guerra in corso fra potenze per il controllo dei mari, non solo delle condutture per il trasferimento di gas e petrolio ma anche dei cavi sottomarini in fibra ottica fondamentali per la trasmissione di dati digitali in tutto il mondo.
Il prezzo di beni come l’elettricità dipende anche dalle attività speculative sul gas da parte delle Borse. Del resto ci sono dinamiche di sfruttamento pure sui prezzi alimentari di base. Per questo motivo sono necessarie riforme delle regole globali dei mercati per renderli più giusti e uscire dal buio di questa epoca.
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