
L'Editoriale
Domenica 11 Maggio 2025
Da Kiev il messaggio europeo per Mosca
La speranza diffusa nelle cancellerie internazionali è che, alla fine, prevalga il buonsenso e si facciano tacere le armi. Al momento attuale, bisogna essere realisti, le possibilità non sono tante.
«Basta! È arrivata l’ora del cessate il fuoco senza condizioni» per intavolare un negoziato serio che porti ad una «pace giusta e duratura» in Ucraina. Questo il messaggio, inviato dagli occidentali al Cremlino, all’indomani dell’80° anniversario della vittoria sul nazifascismo e della giornata dell’Europa a conclusione del vertice a Kiev dei cosiddetti «Paesi volenterosi» (in primis Gran Bretagna, Germania, Francia, Polonia), a cui hanno partecipato telematicamente in alcune fasi anche l’americano Trump e il presidente del Consiglio Meloni.
Mosca ha risposto prendendo tempo ed affermando che Putin «fa il possibile» per raggiungere la pace. Per accettare un cessate il fuoco di 30 giorni, è stato spiegato, la Russia chiede che, in quel mese, Kiev non riceva più armi dagli occidentali e fermi la mobilitazione militare. Come al solito, quindi, il Cremlino pone condizioni su condizioni (a volte, di continuo nuove) prima di sedersi a negoziare. Zelensky, al contrario, ha sostenuto di essere pronto a trattare fin da domani - lunedì 12 maggio - quando scadrà la tregua unilaterale di tre giorni, dichiarata da Putin per celebrare il 9 maggio. Tregua che gli ucraini denunciano essere stata «solo di facciata», poiché sarebbe stata «violata» costantemente dai russi
L’auspicio
La speranza diffusa nelle cancellerie internazionali è che, alla fine, prevalga il buonsenso e si facciano tacere le armi. Al momento attuale, bisogna essere realisti, le possibilità non sono tante. Ma prima o poi, comunque, bisognerà aprire trattative, che si annunciano in salita perché i belligeranti sono lontanissimi da un accordo. Persino il vicepresidente Usa Vance si è lasciato scappare che Putin domanda cose difficilmente accettabili, come, ad esempio, la consegna da parte di Kiev di territori non ancora conquistati.
Al di là del solito scontro frontale politico-mediatico si ha la sensazione che dietro alle quinte russi, ucraini e occidentali stiano già trattando sulle questioni finanziario-economiche, ma non abbiano ancora trovato una quadra. Due sono i nodi fondamentali: il primo, l’allentamento delle sanzioni occidentali che fanno malissimo alla Russia; il secondo, le forniture di gas e di petrolio di Mosca ai Ventisette. Queste sanzioni sono una specie di garrota che viene, ripetutamente, stretta da americani ed europei, i quali hanno già pronte nuove misure restrittive in caso di non successo dell’attuale forcing politico sul Cremlino.
Non ci si faccia ingannare dagli abbracci e dai sorrisi reciproci tra Putin e il cinese Xi sulla Piazza Rossa. Il «salto verso Oriente» è stato un fallimento: Pechino non acquista le quantità che compravano gli europei… e a quei prezzi
Il rischio Russia
Il problema vero è non provocare danni irreparabili all’economia federale che non se la passa affatto bene nonostante le dichiarazioni ufficiali di segno opposto. Una Russia destabilizzata sarebbe un problema gigantesco per l’Occidente.
Corre voce in ambienti ben informati che, nei giorni scorsi, Trump si sia detto disponibile a comprare gas russo da rivendere agli europei, i quali hanno già definito una «road map» entro il 2027 per portare a zero le forniture energetiche da Mosca.
Non ci si faccia ingannare dagli abbracci e dai sorrisi reciproci tra Putin e il cinese Xi sulla Piazza Rossa. Il «salto verso Oriente» è stato un fallimento: Pechino non acquista le quantità che compravano gli europei… e a quei prezzi! Senza quelle entrate basilari per il budget federale, realizzate dalla vendita di gas e di petrolio, la Russia - descritta in passato come una specie di area di servizio, dove rifornirsi di energia - non ha futuro.
Putin sta ora tergiversando per costringere i 27 a cedere proprio su sanzioni e futuri approvvigionamenti. Per il Cremlino un «conflitto congelato» in Ucraina è l’unica soluzione possibile.
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